“No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto, ma libertà. Se il mezzogiorno non distruggerà le cause della sua inferiorità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l’esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile…“. Questo il pensiero, ancora attuale, di Guido Dorso ne “La rivoluzione meridionale”. Un pensiero che, insieme agli altri del politico irpino, i Forum Giovani di Avellino e Ariano hanno voluto riprendere insieme al professore Paolo Saggese per istituire il premio letterario “Guido Dorso, una rivoluzione meridionale”, rivolto agli studenti delle scuole superiori ma anche a quelli già diplomati.
Il rapporto tra i giovani e il Sud, analizzato attraverso gli scritti di Dorso, porta a riconoscere e sviluppare argomenti attuali. A porsi interrogativi e darsi da fare per trovare soluzioni in un Sud Italia che non ha da offrire niente se non un grido di aiuto, al quale sembra essere sorda la classe politica. “Che i giovani non trovano più un interlocutore nella politica non è solo un fatto storico, ma riguarda anche ciò che è appena accaduto nelle ultime elezioni che è sicuramente frutto anche del desiderio di cambiamento. E il cambiamento lo vogliono quelle regioni che hanno una maggiore quantità di disoccupati, di problematiche, di servizi che non funzionano”, ha detto Saggese a conferma di quanto ha riportato nel suo libro “La rivoluzione è adesso” che racconta il pensiero di Guido Dorso “a chi aspira ad un Mezzogiorno nuovo”.
Già negli scritti di Dorso troviamo la disperazione dei giovani del Sud che vogliono andare via. E troviamo anche problematiche oggi valide più che mai, come quella del clientelismo nel Sud Italia. “Come diceva Dorso, anche oggi la rivoluzione è affidata ai giovani perché il Sud può cambiare se cambiano i meridionali. Bisogna fare in modo che abbiano la volontà di cambiare attraverso l’impegno civile che è anche impegno politico. Se non si risolve la questione giovanile non si risolve neanche quella meridionale. E di conseguenza quella italiana” ha concluso Saggese.
E invece ci ritroviamo con un Sud che si svuota di giovani, gli stessi che secondo Guido Dorso sono la forza del vero cambiamento. Sempre più ragazzi sono in cerca di un lavoro e sempre più sono costretti ad andare altrove per trovarlo. “Fare esperienze fuori dall’Irpinia dopo il liceo non è una cosa negativa – ha detto Stefano Luongo del Forum Giovani di Avellino – ma poi tornando qui non ci sono prospettive. La maggior parte infatti non ritorna. Per cui bisogna provare a fare qualcosa, anche attraverso l’aggregazione e la riflessione attorno al patrimonio culturale che ci hanno lasciato i personaggi più importanti della nostra terra. Con questo premio abbiamo voluto provare a fare questo. A fare rete tra i ragazzi della stessa provincia per uno scambio di idee che molto spesso purtroppo manca nelle nuove generazioni”.
Il dibattito non può prescindere dai risultati delle politiche di qualche giorno fa. Non si può non commentare un cambio di rotta del genere secondo Luongo “l’Italia meridionale ha puntato su una espressione politica in completa rottura con quelle precedenti, e sono stati soprattutto i giovani a votare i 5 Stelle. Ciò vuol dire che non hanno avuto risultati concreti dalla politica. Siamo di fronte ad un voto che si può definire di protesta, perché siamo una generazione oggi stufa di andare dietro a clientele, a dinamiche e ragionamenti che hanno fatto fino ad ora da guida”.
La nuova generazione ha voglia di cambiamento e prova a farlo mettendo alla prova un nuovo movimento. Ma paga anche le colpe dei suoi padri. “Tempi come questi implicano una riflessione sul Mezzogiorno – ha dichiarato l’assessore Bruno Gambardella -. L’importanza di Guido Dorso non è un campanilismo, ha affrontato certi temi con molta lungimiranza. Poco lungimiranti le classi politiche che non hanno ascoltato”. Ma quelli che l’assessore Bruno Gambardella ha definito “i fallimenti delle grandi occasioni”, dipendono anche da “una buona fetta di società civile che nel post terremoto è stata complice di operazioni poco chiare. Sono del parere che società civile e politica coincidono, per cui parlare di politica sporca e società civile pulita è un paradigma che non mi ha mai convinto“, ha dichiarato l’assessore.
Sempre prendendo spunto dalle riflessioni di Dorso, un concetto più di tutti appare fondamentale. Stimolare i giovani ad uscire dal fatalismo, dall’idea che il Sud non possa cambiare. E convincerli che i cambiamenti non debbano avvenire solo attraverso la classe politica. “Ad Ariano purtroppo ci sono pochi giovani dai 25 anni in su perché molti sono fuori per studiare o lavorare – ha detto Giuseppe Perrina del Forum Giovani di Ariano – . Fare politica non vuol dire appartenere per forza ad un partito ma anche proporre qualcosa, come un premio letterario, per sollevare dibattiti e smuovere qualcosa. L’Irpinia ha prodotto grandi personaggi, vedremo se continuare sempre su Dorso o concentrarci su un personaggio diverso di anno in anno”.