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‘I borghi non sono luoghi dello svago’, al master aree interne si parla di futuro

Capitolo foreste, al master Arìnt dell’Università “Federico II” di Napoli si continua a parlare di aree interne. Nel giorno in cui il ministro Provenzano nomina il nuovo coordinatore del comitato tecnico della Strategia nazionale Aree interne (leggi qui), di fatto dando un segnale politico della volontà di rilanciare la Snai, il seminario web della facoltà di Architettura tocca un altro asset fondamentale del Progetto pilota Alta Irpinia. Forestazione come strumento di sviluppo dell’area dei 25 paesi altirpini, come generatore di economia. Questo hanno messo nero su bianco i sindaci.

Come? Ancora poco è noto. Ci sarà un’azienda forestale pubblico-privata, c’è stata l’adesione di imprenditori locali più o meno grandi. C’è un capofila non campano, la Fondazione Montagne Italia e un rup, Raoul Romano. Avranno un ruolo le Comunità montane e i Comuni con i loro boschi quasi tutti ricadenti nel Parco dei Monti Picentini (60mila ettari, 30 Comuni, 17 dei quali in Irpinia, cinque catene montuose, ndr). Siamo quindi nel campo della teoria, della costruzione di processi, dell’ideazione. Il finanziamento regionale è su carta: oltre 10 milioni di euro. Per fare cosa?

E’ la domanda che in fondo si pongono pure gli animatori del master. “Fateci capire per meglio calare i nostri studi nella realtà altirpina”, dicono in avvio di discussione. Gli ospiti sono di primo piano: Enrico Borghi è stato il successore di Fabrizio Barca alla guida della Snai e oggi è consulente del governo per la montagna, Marco Bussone è presidente dell’Unione nazionale Comunità e Enti montani.

Bussone spiega: “In Irpinia stiamo lavorando, in questa che è ancora una fase di dialogo, con spirito di collaborazione per tornare ad avere una pianificazione forestale, per incrociare il superamento della particellizzazione fondiaria con il rafforzamento delle piccole imprese, non in grado di far fronte a esigenze di filiere industriali e artigianali. Ma pure per irrobustire le filiere industriali e artigianali, e in Irpinia ci sono anche grandi imprese del legno, e per trovare opportunità di utilizzo positivo dei fondi europei, finalizzate alla realizzazione di segherie di valle o di territorio, primo fronte dove arriva il materiale da smistare”.

Secondo il presidente Uncem, fondamentale è ragionare a livello nazionale anche di fiscalità differenziata tra il paesino dell’Alta Irpinia e la città. “Ma questo non deve essere solo slogan da campagna elettorale – sottolinea – Da anni non c’era un tale dibattito sulle aree interne. E’ tempo di capire che i borghi non sono luoghi di svago o di alternativa a un’estate condizionata dal covid. E non sono nemmeno luoghi dove la natura può fare incontrollata ciò che vuole. Devono essere territori di rigenerare, dove vivere tutto l’anno e fare impresa innovando, recuperando il patrimonio dismesso”. Non si può sperare di vivere di solo turismo, potrebbe essere la sintesi del ragionamento.

 

Le risorse ci sono e ci saranno, è la convinzione di Bussone. “E’ l’ultimo dei problemi. Bisogna aumentare la capacità amministrativa degli amministratori”. E aggiunge: “Nel 2015 abbiamo ricevuto dall’Europa 3 miliardi di euro per piano nazionale banda ultra larga, ma ha due anni di ritardi. Lo Stato deve colmare i divari: lo ha fatto negli anni ’50 per le strade, lo deve fare per le autostrade digitali”.

Parla di necessità di un scatto in avanti della classe dirigente locale anche Borghi. Per lui la via d’uscita dalla crisi sanitaria ed economica è un neoumanesimo o neorinascimento. “Le classi dirigenti pensano come se stesse ancora nel Novecento, nell’assistenzialismo, in un neocolonialismo. Non capiscono che c’è bisogno di protagonismo. Se nelle aree interne continui nel 2020 a chiederti cosa Roma può portarti, hai un problema. Le comunità devono crescere, la scommessa da vincere è quella dell’efficienza ed efficacia delle politiche, di un nuovo modello di governance dei progetti”, dice.

Per il parlamentare piemontese c’è “il rischio di fare un grande falò delle vanità” se non si ha la capacità di stare al passo con il cambiamento epocale che stiamo vivendo e di dialogare con chi possiede strumenti di tecnologia, finanza e comunicazione. Quanto alle azioni concrete che stanno maturando attorno al tema delle green communities e alla strategia nazionale aree montane, Borghi sottolinea la battaglia in corso per il super eco bonus esteso alle seconde case delle aree interne, utile alle riqualificazione del patrimonio immobiliare.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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