I distretti turistici esistono e ho le prove. Colpiscono infatti le splendide iniziativa del distretto della Costiera Amalfitana e del suo braccio operativo, le imprese della rete per lo sviluppo turistico. Nella nota stampa si parla di un grande piano di Formazione Professionale in Costiera Amalfitana con 70 seminari, più di 300 ore di formazione. Protagonista il vino, con una sinergia con l’Associazione Italiana Sommelier. Protagonista pure il mondo della scrittura e della comunicazione, con una collaborazione con la Scuola Holden di Alessandro Baricco. “La Formazione per un turismo di qualità e per dare l’opportunità ai giovani di inserirsi in grandi contesti e realtà internazionali”, si legge. Il distretto turistico, giusto per chiarire, è un’unione di imprese pubbliche e private. Nato e previsto a partire dal 2011.
Sì ma la costiera è la costiera, si dirà. E poi che c’entra l’Irpinia? Non c’entra assolutamente nulla, questo è il guaio. Pensiamoci, pensateci. Solo per citare due argomenti, nella nostra provincia è scoppiata la guerra del vino (e non è la prima sul tema). Questa volta tra Provincia e Comune di Avellino. Un braccio di ferro tra due enti importanti sulla costruzione di manifestazione-vetrina per il territorio, i suoi vini e le sue cantine. La guerra ha già lasciato feriti sul campo, vedi la smentita venuta dal Trentino sulla ventilata partnership col Comune capoluogo.
Nel frattempo, nell’area pilota dell’Alta Irpinia, l’animatore del locale Distretto turistico affermava candidamente in un incontro di qualche settimana fa a Sant’Andrea di Conza: “Le attività dello stesso Distretto sono ferme”. Noi diremmo “non sono mai nate”. Nemmeno un convegno, il che nella terra dei convegni e della convegnite è ancora più clamoroso…