Fine di anno: tempo di bilanci, fatti anche con ironia. Ci siamo divertiti a creare una nostra classifica, sicuramente parziale dei flop del 2017 in Irpinia. Ci sono enti protagonisti in negativo delle cronache a causa dei disservizi, ma pure eventi, luoghi diventati simbolo di pasticci burocratici e persino uno “straniero”.
L’ALTO CALORE. E’ stato maledetto almeno una volta al giorno per tutto l’anno. Reti colabrodo, rotture per il ghiaccio, guasti in estate. Serbatoi vuoti per la siccità, pompe in riparazione. Debiti, sindacati in rivolta, sindaci arrabbiati e rubinetti a secco a tutte le ore del giorno e della notte, con o senza preavviso. Fare una doccia è stato lo sport estremo dei mesi estivi in quasi tutta la provincia.
MICHELE EMILIANO. Restando sul tema acqua, il Governatore della Puglia ha toppato di brutto. Il pacco prenatalizio che aveva confezionato in Parlamento per scippare con un articoletto della Finanziaria nazionale il controllo delle sorgenti irpine alla Campania, a tutto vantaggio dell’Acquedotto Pugliese, è stato di cattivo gusto. Male Emiliano, davvero male sitibondo fratello pugliese!
Il BICENTENARIO DESANCTISSIANO. Due o forse anche tre comitati, decine di convegni fotocopia nei Comuni del viaggio elettorale e in tutta la provincia e ad Avellino città. Qualche cartolina e francobollo stampati, qualche libro. Eppure la maggioranza degli irpini non sa che il 2017 è stato l’anno delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis. E quelli di fuori? Probabilmente nemmeno. Ricadute in termini di turismo culturale? Attendiamo con ansia eventuali dati e statistiche, nel frattempo ci permettiamo di azzardare: molto prossime allo zero.
IL LACENO. Sull’altopiano stazione sciistica chiusa per una diatriba che non sembra destinata a risolversi in tempi rapidi. Da una parte il Comune di Bagnoli Irpino, dall’altra la società Giannoni che gestiva l’impianto. Carte bollate e aule di tribunali, comunicati e dichiarazioni a mezzo stampa. Nel mezzo il luogo per eccellenza del turismo invernale irpino, almeno potenzialmente, di fatto decapitato.
LA PROVINCIA. Non ce ne vogliano a Palazzo Caracciolo, ma il caso del liceo Mancini di Avellino segna negativamente l’anno in materia di scuole. Circa 1200 studenti rimasti senza aule per mancanza di sicurezza in pieno centro ad Avellino in uno dei licei più blasonati d’Irpinia. In attesa della soluzione definitiva al problema, anche la Provincia merita il flop.