Borgo Monaco, frazione di Teora che ormai è centro del paese. Ore 17.30. Sono decine le persone che attendono il governatore Vincenzo De Luca un’ora prima del suo arrivo. Ma le stesse sono anche in giro nella nuova e moderna area Pip, a osservare da vicino i capannoni che ospiteranno undici attività artigiane. De Luca arriverà in perfetto orario e la sua presenza, insieme alla visita a Sant’Andrea di Conza, è senza dubbio un buon segnale dalla Regione Campania. Intanto molti sono interessati a capire cosa significhi un sito produttivo del genere.
E diversi amministratori di altri Comuni, anche non irpini, osservano il risultato e magari studiano un’eventuale esportazione del modello nel proprio territorio. Si parla di lavoro, non di aria fritta. E allora il governatore arriva: porta e si gode una ventata di ottimismo. Mette sul tavolo i fondi appena stanziati dalla Giunta: i 26milioni per il progetto pilota, gli altri per le strade. E no, le sue parole non danno il titolo politico alla giornata. Colpisce la frase “riequilibriamo i territori, no alle aree costiere sature e quelle interne a rischio spopolamento“. Ed è questa la missione, riequilibrare. Risponde alle critiche del mondo sindacale e degli avversari politici ex alleati. Così a Guglielmo Epifani manda a dire: “Io non faccio annunci, i milioni sono concreti”. Tutto come da previsioni insomma…
Ma la giornata offre anche un altro spunto. I segni del terremoto stanno pian piano scomparendo, a Teora e non solo a Teora. Pianissimo, ma finalmente scompaiono. E con quei segni inizia a sparire l’eredità del sisma. Quella pesante, quella dannosa fatta di un assistenzialismo e di uno scarso protagonismo che vuoi o non vuoi ha contributo a portarci nella situazione disastrosa di questi anni. Perché parlare ancora e sempre di terremoto? Beh, Borgo Monaco era una delle tante post-sisma town d’Irpinia. E ora con il nuovo insediamento progettato da Giovanni Maggino viene cancellata. Addio baracche e prefabbricati, macerie. Ma forse anche addio brutti ricordi e vittimismo.
Ci sono altre strutture provvisorie nei dintorni, non solo a Teora. Provvisorie da 30 anni. E allora il giovane assessore Pietro Sibilia si lascia andare a uno sfogo: “Io li toglierei tutti di colpo, io non ce la faccio più a vederli“. Pietro è uno della nuova generazione di amministratori irpini. Lui non sembra cresciuto a pane e retorica. Per niente! Ed è anche un po’ simbolo dei tanti ragazzi che chiedono concretezza e solo concretezza. L’inaugurazione dell’area Pip è qualcosa di concreto ma dagli sguardi, dalle frasi dette e non dette, rappresenta solo un punto di partenza per uno come Pietro.
In effetti è un semplice punto di partenza, perché ad esempio lo stesso De Luca parla della necessità della banda larga per le aree interne. Lo sa bene pure il sindaco Stefano Farina, che sta facendo il pieno di finanziamenti ma non sembra aver voglia di fermarsi. Alla fine siamo alla vigilia di un qualcosa di importante. Una deadline, per Teora e per gli altri Comuni altirpini. O i soldi del Progetto Pilota arrivano subito o si muore presto. Ma non basta neanche questo, perché quei soldi devono creare soltanto una cosa: opportunità di lavoro, condizioni per poter lavorare o per non fuggire. “Decidano i sindaci cosa fare di quei fondi“, spiegherà Vincenzo De Luca al bar della scuola post-diploma. I sindaci sono tutti qui e hanno il classico pallone che scotta. La politica va in vacanza, si riprende a settembre. C’è da finire un 2017 che alla fine potrà essere un importante trampolino di lancio.