Una ferrovia identitaria che tiene insieme passato, presente e futuro d’Irpinia. La Avellino-Rocchetta il prossimo 22 agosto tornerà a vedere sui binari che vanno da Conza alla Puglia treni e passeggeri. Saranno turisti diretti allo Sponz Fest. Ma l’obiettivo è andare oltre la settimana caposseliana con la riapertura dell’intera tratta da Avellino a Rocchetta Sant’Antonio e treni tutto l’anno. A scopo turistico, grazie all’impegno di Fondazione FS, RFI, del ministero dei Beni culturali e del Turismo e della Regione Campania.
A Montemarano venerdì pomeriggio c’erano tutti i soggetti coinvolti nel progetto, a partire proprio dalla Regione. “La ferrovia era per la nostra generazione lo smartphone di oggi, lo strumento che ci consentiva di stare nella rete del mondo”. Un Fulvio Bonavitacola appassionato ha spiegato le ragioni del cambio di visione sulla Avellino-Rocchetta portato a Palazzo Santa Lucia dalla Giunta De Luca. “Ho riscoperto il profondo senso identitario della gente irpina”, ha dichiarato il vicegovernatore passando poi a illustrare i futuri passi da compiere, tutti insieme, per rendere il progetto valido e duraturo. Tra questi, la creazione di un marchio Irpinia, turismo diffuso e innanzitutto un grande concorso internazionale di idee sul recupero delle stazioni.
Perché se è vero che i treni ricominceranno a viaggiare, essi saranno solo un mezzo. La capacità di attrarre turisti invece dipenderà da quanto il territorio, in modo complessivo e con una visione d’insieme, riuscirà a presentarsi al mondo con un’offerta valida sul piano culturale, enogastronomico, dei servizi. “Dovremo continuare a investire su tutti e 100 km della tratta, daremo molta attenzione anche alla viabilità delle aree interne, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione delle strade – ha precisato Luca Cascone, consigliere di De Luca per i trasporti – ma i Comuni hanno ruolo centrale su come far rivivere le stazioni e valorizzarle: su questo aspetto invito gli amministratori a scrivere un accordo di programma quadro tra paesi”.
Il primo treno sarà guidato da Luigi Cantamessa, direttore di Fondazione Fs. Un ingegnere romantico e, citando il sindaco padrone di casa Beniamino Palmieri, lungimirante. “Da bergamasco ho avvertito un attaccamento a questo binario che mi ha colpito. Siete legati alla ferrovia tanto quanto alle fragranze dei vostri vini”, ha detto Cantamessa precisando: “Questa riapertura è lungimirante, è segno di una politica che riesce a vedere potenzialità economiche future. Una ferrovia costruita per emigrare, ora porterà in queste terre turisti che cercano esperienze green, romanticismo dato dal sinuoso incedere del treno”. Se è vero che Fondazione Fs ha creduto assieme al ministro Franceschini nella Avellino-Rocchetta, è altrettanto vero che ora devono essere gli irpini a trasformare le energie spese in difesa della ferrovia in idee. Dal sogno dell’impossibile, rappresentato dal dito puntato di Pietro Mitrione contro l’assessore Sergio Vetrella che sospese la tratta, al mito. “In Trentino hanno costruito il mito del trenino rosso che passa da St. Moritz: costruite anche voi quello della vostra ferrovia”.
Gli elementi identitari ci sono, sono molti e vanno razionalizzati. Dalle terre dei vigneti delle tre Docg alla ruralità dell’area più orientale del percorso; dalle acque delle sorgenti e dell’oasi di Conza, magari in un interscambio con la neonata Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, alla storia irpina fatta di castelli, di emigrazione, di treni presi per andare a cercare fortuna altrove, della figura di Francesco De Sanctis. “Per noi la ferrovia è un patrimonio culturale e storico e siamo felici di aver intercettato la sensibilità di Bonavitacola e Cascone”, ha commentato la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio.
Un albero piantato nella stazione di Montemarano prima del convegno è il segno della rinascita scelto per la giornata. “Stiamo scrivendo una bella pagina di politica, una politica che ascolta le associazioni e i movimenti del basso di cittadini e non ragiona di lottizzazioni o spartizioni di potere – ha dichiarato Luigi Famiglietti, tra i firmatari della legge nazionale sulla mobilità dolce, che ha aggiunto: Ci sono anche interessanti bandi del Governo finalizzati a valorizzare casette cantoniere e stazioni abbandonate”.
Nella sala affollata c’è spazio per il regista di “Ultima fermata” di Giambattista Assanti: a lui il compito di affidare a Cantamessa, per conto di Claudia Cardinale, quindici serigrafie della nomination al David di Donatello. “Sono per i sindaci della Avellino-Rocchetta”.