“La richiesta di Del Rosso ha il protocollo numero uno. E’ la prima in tutta Italia”. La notizia è buona ed arriva direttamente dalla voce dei protagonisti. A rivelarlo è Silvia Curcio, operaio simbolo della vertenza che, da questa mattina, insieme ai suoi colleghi è stata in trepidante attesa di notizie da Napoli dove, il numero uno di Industria Italiana Autobus, avrebbe consegnato il faldone contenente piano di rilancio industriale per l’ex Irisbus di Valle Ufita.
Sessanta giorni è ora il tempo richiesto dall’ agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa per pronunciarsi sulla possibilità o meno di approvare il finanziamento da 31 milioni di euro (25 dei quali dovranno, poi, essere restituiti).Del Rosso, dalla sua, si è detto, però, pronto ad anticipare il denaro necessario a rimettere in piedi la fabbrica e farla ripartire.
“In termini pratici vuol dire che siamo i primi ad aver diritto al finanziamento – spiega Silvia -. Il preliminare andò bene quindi non dovrebbero esserci problemi. Adesso la passa passa al governo che deve spiegarci perché si fanno le gare con clausole che non permettono alla I.I.A di poter partecipare”. Il riferimento è ai 150 milioni di fatturato in tre anni, necessari per accedere alle gare che, di fatto, escluderebbero IIA da partite importanti come, ad esempio, quella per la costruzione del 700 autobus per l’Atac di Roma.
Il 18, intanto, ci si trasferirà di nuovo a Roma dove si riapriranno le porte del Mise:” In quella sede – continua Silvia – si dovrà anche capire perchè non è stato ancora firmato il decreto per la cassaintegrazione che per noi resta un capitolo fondamentale”. Oggi, però, gli operai della ex Irisbus possono comunque riternersi soddisfatti:” E’ stato fatto un altro piccolo passo – chiosa la Curcio – con il nostro impegno lo stabilimento ripartirà quanto prima”