Otto comuni tenuti insieme dalla figura di Giò Vincenzo Imperiale. Presentato giovedì ad Andretta il progetto “Corteo storico andrettese VIII edizione e il viaggio dell’Imperiale nel feudo e dintorni” (finanziato dalla Regione Campania) che punta ad ampliare una tradizione culturale in piedi già da dieci anni, quella del corteo, integrandola con la libera rievocazione dei racconti del diario di Giò Vincenzo Imperiale, nobile genovese della personalità poliedrica. Sette tappe a Aquilonia, Bisaccia, Conza della Campania, Guardia Lombardi, Morra de Sanctis, Lioni e Sant’Angelo dei Lombardi.
“Come nel viaggio di De Sanctis in quello degli Imperiale è protagonista il viaggiatore, la loro figura è centrale, mentre i luoghi restano isolati, non sono messi in contatto, non sono le comunità a raccontarsi. Se questo progetto riuscisse a rendere protagoniste le comunità raccontando se stesse con il pretesto del viaggio, allora avrebbe ottenuto un grande risultato”. Questo il punto centrale dell’intervento del professore Giuseppe Acocella che ha continuato: “Il turismo è moltiplicatore di Pil solo se organizzato. Non voglio polemizzare con Capossela, ma se per una settimana viene il mondo qua, non cambiamo le sorti del territorio. Bisogna far vivere questi paesi tutto l’anno”.
In sala amministratori e rappresentanti di Slow Food e delle Pro Loco. Il sindaco capofila Giuseppe Guglielmo: “La sintesi istituzionale ha consentito di mettere in piedi questo progetto – ha sottolineato rivolgendosi alla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio sedutagli accanto – Renzi ieri ha parlato di progettazione dal basso, i piccoli Comuni come Andretta però per farlo hanno bisogno di collaborare per assenza di risorse economiche o umane”.
Primo appuntamento a Bisaccia domenica 30 ottobre, gli altri a seguire fino al 31 dicembre 2016; prima di Natale tappa a Lioni. “Il risultato di dieci anni di lavoro su protocolli notarili, poi l’intuizione di Elvira Miele che ha fatto da curatrice al progetto”, ha precisato la professoressa Teresa Bilotta. Fondamentale il ruolo della locale Pro Loco. Pietro Guglielmo (il presidente): “Abbuffate, sagre e tarantelle non ci hanno interessato in questi 30 anni perché abbiamo preferito nutrire l’anima ed elevare culturalmente la nostra comunità sottraendo dall’oblio gli eventi”.