‘Il Laceno deve vivere sempre, con o senza seggiovie’

I pomeriggi sul Laceno a metà novembre, sotto il cielo grigio e l’aria resa tagliente dal vento che qualche ora più tardi porterà la pioggia, sono sempre gli stessi da anni. Con o senza seggiovie aperte, la parentesi tra la stagione delle sagre autunnali e l’inizio di quella invernale, non è mai stato il periodo migliore per l’economia dell’altopiano.  Quel poco che c’è da fare non è proposto in modo organizzato e nessun evento degno di nota, culturale o sportivo che sia, si segnala.

E’ l’atavico handicap della meta del turismo per eccellenza dell’Alta Irpinia, che non è mai riuscita a fare il salto di qualità benché ne abbia, almeno su carta, tutte le potenzialità. Soffre il passare degli anni, visibile nelle facciate spesso spente delle strutture. A metà novembre quindi i turisti o visitatori dell’altopiano sono solo famiglie coraggiose, che sfidano le temperature già pericolosamente vicine allo zero per portare i bambini al maneggio. Oppure qualche amante del running che prova a circumnavigare ciò che resta del lago (per saperne di più leggi qui); poca, se non del tutto assente, l’attività dei noleggi di risciò, quad e go-kart. Fermi anche i parchi gioco per i più piccoli. Le casette in legno che vendono attrezzatura per lo sci sono ancora chiuse e il clima già da un pezzo non è più favorevole ai pic-nic.

Di auto se ne incrociano poche lungo le strade che da Montella o Lioni risalgono la montagna. Alcune sono vetture di pastori e mandriani che guidano assieme ai cani l’ordinato incedere di pecore e mucche; altre vanno ad assieparsi nei parcheggi adiacenti i ristoranti. E’ tempo di funghi e tartufi e di castagne e le cucine dell’altopiano regalano comunque soddisfazione al palato. Qualcuno si spinge fino ai piedi delle seggiovie dove la biglietteria risulta chiusa e l’impianto fermo, muto (foto di copertina).

La novità della stagione è proprio questa, dopo la decisione del Comune di Bagnoli Irpino di rientrare nella disponibilità dell’area. Una decisione figlia della volontà di incassare un finanziamento regionale, compreso nel più ampio discorso del Progetto Pilota, per l’ammodernamento dell’impianto di risalita, unico a sud di Roccaraso, ma piuttosto datato. Perché il progetto venga sostenuto dalla Regione, è necessario che a beneficiarne sia direttamente il Comune e che il concessionario (la società Giannoni) esca di scena. Ma i  gestori delle seggiovie, facendo valere la convenzione stipulata, hanno chiuso l’impianto sul quale erano anche stati programmati lavori di manutenzione straordinaria. Solo che il progetto ancora non è stato presentato, i fondi ancora non sono arrivati e le seggiovie resteranno ancora ferme. Ciò che invece non si arresta è la querelle, anche giudiziaria, tra amministrazione e società concessionaria: la polemica va avanti da mesi e sul Laceno si addensano nubi pesanti. Per il sindaco la colpa è dei Giannoni che non hanno provveduto alla manutenzione fermando gli impianti; per i concessionari, di contro, la responsabilità è del primo cittadino che avrebbe commesso un azzardo.

 

In paese regna lo scoramento. “L’altopiano è morto”, è il commento più popolare sui social e nelle conversazioni da bar. Ambizioni turistiche archiviate quindi? Tutto finito? Sembrerebbe di no, non del tutto perlomeno. “Nelle tre settimane di sagre, a partire da quella di Bagnoli – spiega Gerardo Capozzi, ristoratore – il Laceno ha risposto bene. Le strutture hanno lavorato. Anche a Natale e Capodanno, stando al numero di prenotazioni che stiamo raccogliendo, non avremo problemi nonostante venga fatto presente ai clienti che le seggiovie sono chiuse. A preoccupare è piuttosto la fase successiva”. Il periodo dall’Epifania in poi, quando la neve diventa il vero attrattore e anche l’unica reale ragione per sfidare la montagna.

Qualcosa negli ultimi giorni inizia a muoversi proprio per scongiurare il blocco totale delle attività alla corte del lago, costruendo un’offerta alternativa a quella dell’impianto sciistico. Ieri sera l’ennesimo incontro a Bagnoli Irpino, questa volta con protagonisti il Consorzio Laceno e i giovani, in particolare figli di operatori e aziende primarie e secondarie che vivono sul Laceno. “Un momento per riflettere su come affrontare la stagione della neve. Ben venga la loro presenza, ma noi dobbiamo preoccuparci di animare il territorio, al di là delle seggiovie, con eventi e percorsi, sviluppando un programma, una sorta di cartellone dell’altopiano in inverno – è stato ribadito nel corso dell’incontro  Possiamo lavorare con sport invernali, ciaspolate, sci di fondo, pattinaggio sul ghiaccio, ed eventi anche culturali per tre mesi a partire da Natale e fino a Pasqua”. 

Sarebbe un ovvio approdo, da tempo auspicato e mai conquistato. Che sia la volta buona, con o senza impianti?

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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