Il Vanvitelli di Lioni ricorda Giancarlo Siani: ‘Contro le mafie solo l’impegno’

A trentanni dalla morte del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, assassinato dalla Camorra, il “Vanvitelli” di Lioni ha organizzato la Giornata della Legalità “Legal…mente”, durante la quale è stato presentato “Fatti di camorra. Dagli scritti giornalistici di Giancarlo Siani”, libro curato da Adriana Maestro, Presidente dell’Associazione culturale “Giancarlo Siani”.

Già nel 2006 pubblicammo una raccolta dei suoi articoli, rivolta ad un pubblico più adulto. Con questo libro abbiamo realizzato un’opera più agevole per i ragazzi. Abbiamo catalogato – ha spiegato Adriana Maestro – i testi in quattro grandi categorie: lotta alla droga, abusivismo, ricostruzione nel post terremoto e i rapporti clan-camorra”. 

Sarebbe limitativo dire che Siani si occupava solo di camorra – ha aggiunto la Maestro -, era un  giornalista sociale. Si è interessato a tantissime realtà che, inevitabilmente, si incrociavano in maniera seria e profonda con la camorra. Ha fatto bene il suo lavoro, tutto qui. Per questa ragione è nostro dovere praticare la memoria, solo così possiamo far rivivere Siani fra noi. Non celebriamo i morti in maniera rituale ma facciamo sì che quanto da loro fatto diventi sangue e corpo vivo”.

Ed è il senso del ricordo che più di tutto ha dominato in questo confronto; fra i presenti anche Angela Vuotto, Presidente dell’Associazione “La Prediletta”: “Abbiamo partecipato alla realizzazione di questa giornata con lo spirito di ricordare, non di commemorare. Personalità come quella di Siani siano da monito ai ragazzi a non promuovere l’etica mafiosa. Come disse don Luigi Ciotti, la memoria deve essere impegno e le parole non devono essere di circostanza”.

 

L’appuntamento a Lioni di questa mattina, organizzato grazie all’impegno del dirigente scolastico Sergio Siciliano moderato da Amato Verderosa, anticipa la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si terrà il 21 Marzo; ad Avellino il corteo partirà dallo stadio Partenio fino a raggiungere la sede dell’ex Isochimica dove con il Procuratore Rosario Cantelmo saranno letti i nomi delle vittime. A rappresentare Libera, Emilia Noviello: “Siamo una rete di associazioni nata nel ’95 come risposta della società civile alla criminalità. Un periodo storico reduce dagli assassini di Pio La Torre, nell’82, e dei giudici Falcone e Borsellino, vittime anche loro della mafia nei primi anni ’90Le associazioni nate a seguito di questi tremendi episodi sono la parte di un sistema di educazione alla legalità di cui fa parte in primis la scuola“.

Siani vittima della camorra, un nome in mezzo a tante altre centinaia: “Voleva soltanto fare bene il suo lavoro di giornalista. Come lui molti altri. Ad oggi contiamo ben 900 vittime delle mafie, spesso e volentieri definiti “morti per errore”. E’ davvero pensabile che qualcuno possa morire per sbaglio? E’ proprio questo il primo pensiero da cancellare. A trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato non erano le vittime, ma gli assassini. Non lasciamo che queste storie non ci tocchino, facciamole nostre. A posto loro potevamo esserci noi”. Emilia Noviello ha avuto modo di parlare con il fratello di Giancarlo, Paolo Siani: “Gli ho chiesto se fosse consapevole di quanto stesse facendo suo fratello, Paolo mi ha risposto di no, Giancarlo con ingenuità aveva solo raccontato ciò che sapeva. Ricordare Siani significa non ammazzarlo una seconda volta. Ci sono vivi che puzzano di morte, morti che profumano di vita, Siani è decisamente uno di questi”.  

La Camorra riguarda anche noi, i nostri rapporti personali. Il tradimento della fiducia è la prima manifestazione di illegalità. Siani è stato tradito – ha dichiarato Salvatore Esposito, Presidente di Mediterraneo Sociale – perché aveva fiducia nella società che lo ha ucciso. Le vecchie generazione non stanno lasciando alle nuove un ambiente sostenibile,  e questa è la massima espressione di illegalità. La fiducia fra adulti e i ragazzi non deve mancare. Mediterraneo Sociale promuove, a questo scopo, economia civile sull’eco di quanto lasciato da Antonio Genovesi. La nostra prima arma è il lavoro svolto con ragazzi che si dedicano all’agricoltura per il solo piacere di lavorare la terra; il tutto svolto in piccole comunità che coinvolgono anche ragazzi problematici e diversamente abili. La seconda arma  contro la lotta alle mafie è la finanza etica. L’area grigia del mondo finanziario – conclude -, dove le forze dell’ordine spesso non riescono ad arrivare, deve essere tenuta a debita distanza”.

A dare man forte a quanto detto Geppino Fiorenza, Presidente della Fondazione Polis che ha chiarito l’importanza di realtà associative anti mafie: “Spesso c’è disinformazione, le associazioni come le nostre vengono accusate di lavorare per interesse personale. Non è affatto così, anzi. Siamo 1600 associazioni che in accordo lavorano per impegnare la società alla legalità; la gestione dei beni confiscati alla mafia non ha nulla a che vedere con interessi di carattere economico. Lavoriamo per dare il nostro piccolo contributo per una società migliore. Tutti noi dovremmo chiederci: cosa posso fare? Può sembrare una goccia nel mare, ma il piccolo impegno di ognuno diventa il grande impegno di una comunità intera”.

Ed è su questa scia che la Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, anche lei promotrice di questa giornata, è intervenuta: “Mi impegnerò affinché associazioni come Libera trovino spazio anche in queste zone.

I ragazzi potranno così conoscere approfonditamente la storia di Siani, esempio di cultura della legalità e della dedizione estrema al proprio lavoro, ma anche di altri grandi uomini. Fra questi – ha ricordato la D’Amelio – cito Pio La Torre che venne qui proprio pochi mesi dopo il sisma. Ci mise in allerta sui rischi che correvamo con l’arrivo di quei grossi capitali per la ricostruzione. Ci invitò a scegliere se dare spazio o no alla mafia. Abbiamo rischiato che la criminalità mettesse qui le sue radici, abbiamo rischiato la desertificazione. Oggi, però, non possiamo tirare un sospiro di sollievo. Bisogna lavorare affinché l’occupazione giovanile sia una realtà e non una chimera. I paesi devono costruirsi sulle possibilità; è inammissibile che in un cittadine come Lioni ogni 700 metri ci sia una sala giochi. Il nostro primo impegno è quello, dunque, di creare un tessuto sociale più fecondo”.

Giancarlo Siani verrà nuovamente ricordato il 18 Marzo, nella sede della Regione Campania: “Ho voluto che l’Aula Consiliare della Regione fosse intitolata a Siani – ha spiegato la Presidente D’Amelio – per ricordare alle istituzioni l’importanza della cultura della legalità. Siamo abituati a vedere giovani rivolgersi ai politici per un posto di lavoro. Il lavoro non deve essere il piacere fatto dal politico al cittadino, ma un diritto. Se le istituzioni non rendono onore a questo diritto, bisogna ribellarsi”.

Rosetta D’Amelio ha poi riportato il messaggio di Aldo Balestra, giornalista del Mattino di Napoli, assente all’incontro per impedimento personali, che con poche semplici parole ha ricordato Giancarlo Siani: “Un ragazzo coraggioso, un giovane carico di speranze e alla continua ricerca della verità, fino all’estremo sacrificio“.

Rita Mola

Mi laureo in Lettere Moderne e mi specializzo in Filologia Moderna con il massimo dei voti nel 2013. Dopo quattro anni di esperienza in diverse testate online ottengo finalmente l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti...

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