Solo qualche giorno per consentire alla Prefettura di trovare una soluzione diversa, una sistemazione adeguata ai 23 profughi fatti arrivare a Sant’Angelo la settimana scorsa dalla Prefettura. Poi verrà eseguita asilo l’ordinanza di sgombero per la mancanza di agibilità. E’ l’esito dell’incontro al Palazzo di Governo tra il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Rosanna Repole, i capogruppi di maggioranza e opposizione, Giuseppe Pagnotta e Antonio Petito, l’assessore alle politiche sociali Sara Gargano con il Prefetto Carlo Sessa. Quest’ultimo avrebbe dunque aperto alla possibilità di trasferire i migranti in un altro paese. Sant’Angelo aveva protestato perché già sede di un progetto per richiedenti asilo e rifugiati. E la Repole come altri sindaci continua a chiedere una ripartizione più equa degli arrivi.
Il consiglio comunale
“Ringrazio vescovo, parroco e forze dell’ordine presenti. Il problema non riguarda lo Sprar o il Comune. È un problema di interesse generale. Da parte mia tutta la solidarietà verso i ragazzi che sono arrivati, ma bisogna ragionare coi piedi per terra“. Ha esordito così il primo cittadino Rosanna Repole nel consiglio comunale straordinario sulla vicenda profughi. A Sant’Angelo dei Lombardi c’era anche il Vescovo Pasquale Cascio, che ha chiesto un’accoglienza “concordata, vigilata e indirizzata“.
Un’assemblea breve, in vista dell’incontro in Prefettura alle 17.00. Lo scontro Comune-Prefetto continua dunque. L’ordinanza di sgombero dell’immobile resta ma restano anche i 23 migranti alloggiati nell’edificio e gestiti dalla Cooperativa “San Martino” di Giugliano. I concetti espressi dal sindaco ricalcano quelli dei giorni scorsi. “Da parte del Prefetto il rispetto istituzionale non c’è stato“, ha ribadito la Repole. “Noi avvisati a cose già fatte e questo è inaccettabile“.
Polemico verso Palazzo di Governo anche il consigliere di minoranza Antonio Petito. “La posizione del gruppo è nota. Eravamo contrari all’accoglienza sia dello Sprar che nelle nuove condizioni. Da cattolici di buon senso comprendemmo le ragioni sindaco e demmo valutazione positiva a gestire in una certa maniera i profughi. Oggi però non si capisce che cosa sta succedendo. Si prende una casa, arrivano profughi. Avrei capito una collocazione sull’intero territorio in maniera equa. Perché non sono a Nusco? Perché non sono a Lioni? Restano là e chi se li prende? Forse ne arriveranno altri? Come si affida?“. Domande che in un certo senso verranno riproposte al Prefetto, ci sarà infatti anche Petito.
Il Vescovo: “Come Istituzione e come comunità siamo andati al di là del formale nell’accogliere gli immigrati. Ognuno ha fatto la sua parte. Abbiamo fatto sentire meno il disagio. L’umanità dei santangiolesi si è espressa e si esprime al meglio. L’accoglienza umanizzata spetta a tutti noi e la stiamo facendo. Accoglienza concordata, vigilata e indirizzata spetta alle istituzioni. La parrocchia la fa senza incarichi e senza soldi. Capisco le ragioni dell’Istituzione che deve far fronte agli sbarchi ma non possiamo farci travolgere dalle emergenze, terreno di coltura di altro“.
Prima lo stesso Petito aveva chiesto che il sindaco consegnasse la fascia tricolore nelle mani del Prefetto. “Venisse ad amministrare lui”. Una proposta non condivisa dal capogruppo di maggioranza Giuseppe Pagnotta: “Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un’amministrazione coesa“. Nei prossimi giorni verrà convocato un nuovo consiglio comunale dopo la lettere spedita dall’ex assessore, e ora all’opposizione, Pina Castellano. “Venisse a confrontarsi in Consiglio”, ha detto il sindaco.