Nei giorni scorsi, Carlo Sibilia, portavoce del Movimento Cinque Stelle, ha visitato il Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) ubicato nell’ex convento delle Suore Stigmatine di Avellino. Una sorta di visita “ispettiva”, per verificare di persona le condizioni in cui si trovano gli ospiti della struttura ed anche per colloquiare con i responsabili, per sondare le loro opinioni al fine di avere un quadro ancora più preciso sulle politiche di accoglienza, visto che il parlamentare è assiduamente impegnato su questo tema ormai da diverso tempo. “Devo constatare – afferma Sibilia – che il Cas è gestito molto bene. La struttura permette una stanza con bagni personali, vitto e il lusso del wi-fi. La società che gestisce (non una cooperativa) organizza corsi di lingua, attività sportive e in alcuni casi riesce anche ad avviare al lavoro. Mi sono trovato, dunque, difronte ad un esempio virtuoso di gestione”.
Sibilia si è intrattenuto nel Centro oltre un’ora, parlando di persona sia con i migranti che con i gestori. “Allo stesso tempo – prosegue – mi sono state segnalate delle incongruenze che andrebbero al più presto sopperite. Mi riferisco alla cronica mancanza di interpreti nelle commissioni di Caserta e Frosinone che valutano le richieste di asilo dei migranti ospiti. Il risultato è la cronica lentezza nel riconoscere i diritti dei quali possono godere queste persone. E quindi anche degli eventuali rimpatri da porre in essere. A causa di ciò i CAS spesso finiscono per diventare centri ordinari con tutti i disagi connessi. Questo incide anche sulla lentezza dell’assistenza sanitaria che fatica, tra permessi e prestazioni, a fornire servizi adeguati rischiando così di ingolfare anche le operazioni ordinarie. Se aggiungiamo l’abolizione dei voucher rischiamo di trovarci al cospetto di una situazione che ospita persone con tutti i comfort ma senza alcuna motivazione”. “Per cui se l’intento era quello di migliorare la loro condizione economica mi sento di sconsigliare di pensare all’Italia come meta “. Tanto di cappello – dice ancora Sibilia – ad imprenditori come quelli del Cas di Avellino. Ma non dobbiamo dimenticare che loro, come tanti altri, stanno facendo di necessità virtù, si sono trasformati in imprenditori dell’accoglienza: ma, in realtà, questi imprenditori dovrebbero essere messi nella condizione di poter svolgere effettivamente quel che sanno fare, in questo caso la ristorazione.”
“Ciò non fa altro che rafforzare la nostra proposta di creare un unico centro Spar, ovvero una struttura gestita dal pubblico, di dimensioni medie – prosegue Sibilia -. Una delle tante cose di cui dovrebbe farsi carico il Comune di Avellino. Ma l’amministrazione sta nicchiando da tanto, troppo tempo su quest’argomento come su altri. Non riesce a fornire le giuste risposte all’accoglienza dei migranti e non riesce, allo stesso tempo, a dare la giusta attenzione anche ai nostri concittadini che vivono in pesanti condizioni di disagio. Non posso infatti esimermi dal far notare che i migranti in attesa di permesso (molti di questi alla fine non ne avranno diritto) hanno tanti servizi a disposizione. L’Italia spende ben 4,2 miliardi per la sola accoglienza. Cifre ben superiori a quanto viene dedicato ai disoccupati, agli inoccupati e agli sfiduciati di casa nostra. Insomma, anche nel settore delle politiche sociali, l’Italia come il Comune di Avellino sono ampiamente bocciati”.