‘In Irpinia surplus migranti, tocca a Napoli e Salerno’

Tutele in più per i Comuni che ospitano rifugiati così da evitare presenze eccessive. E la possibilità di impiegare i richiedenti asilo in lavori socialmente utili. E’ il protocollo d’intesa firmato questa mattina a Napoli tra Prefettura, Anci, Città metropolitana e Parco archeologico di Pompei e Caserta.

Una sorta di patto tra ministero dell’Interno, Uffici di Governo e Comuni per rendere più razionale il sistema di accoglienza dei migranti e consentirne una distribuzione equilibrata così da superare la fase emergenziale e aprire quella dell’ordinarietà. Che può significare anche sviluppo per i territori – nelle intenzioni di chi ha sottoscritto – attraverso la creazione di posti di lavoro, e rivitalizzazione dei centri storici spopolati dell’entroterra.

I paesi e la città aderenti potranno beneficiare di alcune tutele, ma dovranno anche mostrarsi disponibili a fare la propria parte. Saranno infatti esclusi dai bandi delle Prefetture regionali, aventi a oggetto l’accoglienza, i Comuni aderenti al protocollo che hanno già raggiunto la copertura del 50% dei posti previsti in base al Piano ministero dell’Interno-Anci. Si darà attuazione su richiesta dei sindaci alla clausola di salvaguardia, cioè all’esclusione dal circuito della prima accoglienza (CAS) i paesi che ospitano uno Sprar; sarà assicurato sostegno ai Comuni in materia di sicurezza attraverso il supporto delle forze dell’Ordine; verrà monitorata la situazione costantemente e saranno effettuate verifiche antimafia.

In base al già citato Piano, nei paesi fino a 2mila abitanti dovrebbero essere ospitati 6 migranti mentre 2,5 richiedenti asilo ogni 1000 residenti dovrebbero essere accolti in quelli più grandi. I Comuni, da parte loro, si impegnano a fare posto entro il 31 maggio 2018 al numero di migranti stabilito e a promuovere il loro utilizzo in attività di utilità sociale su base volontaria, in base a quanto previsto dalle legge 46 del 2017. Il protocollo – si legge nel documento firmato oggi – vale un anno, salvo afflussi straordinari.

 

I NUMERI IN IRPINIA. Ovviamente per effetto della distribuzione in base alla popolazione, in teoria il Piano assegna le quote più consistenti ad Avellino (176) e Ariano Irpino (73). A seguire Montoro, Solofra, Mercogliano (39), Atripalda (35), Grottaminarda (26), Mirabella (25).

 

In Alta Irpinia sono Montella e Lioni i Comuni con il maggior numero di migranti potenziali da accogliere (20), 15 a Calitri. A seguire numeri man mano più piccoli: Frigento 12, Caposele 11, Andretta 6, Bagnoli 10, Bisaccia 12, Calabritto 8, Cairano 6, Conza della Campania 6, Guardia 6.

 

Numeri teorici finora, perché alcune realtà (il caso di Cairano, Montella, Bagnoli o Andretta, solo per citarne alcune) ancora non hanno aperto le porte a richiedenti asilo né firmato il protocollo. Altre, come Sant’Angelo dei Lombardi attraverso lo Sprar o Lioni grazie a una casa famiglia per minori, ospitano già rifugiati.

 

L’Irpinia nel complesso ha già fatto la sua parte, sebbene con differenze anche rilevanti a seconda dei comuni. Infatti Gerarda Pantalone, capo dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Viminale, ha dichiarato in occasione della firma del protocollo che le province di Benevento e Avellino “hanno un surplus di presenze; il napoletano e il salernitano dovranno ancora accogliere”. Sulla stessa scia il sindaco di Avellino, Paolo Foti, che ha ricordato che in Irpinia sono sistemati 2600 migranti, cifra “ben superiore rispetto alle quote di assegnazione”.

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