Non solo l’area industriale di Nusco–Lioni–Sant’Angelo. Nel finanziamento approvato dalla Regione Campania per rendere più efficienti i depuratori industriali che fanno capo al consorzio Asi di Avellino, ci sono quasi tutti gli impianti dell’Alta Irpinia, quelli sorti negli anni del post terremoto attorno alle fabbriche del cratere.
Con gli oltre 5 milioni di euro, destinati dal decreto della direzione regionale Ambiente alla provincia irpina, si miglioreranno gli standard qualitativi della depurazione nelle aree industriali Asi di Conza della Campania, Morra De Sanctis, Porrara, Calaggio, San Mango/Luogosano, oltre appunto a Nusco. Nei cinque milioni del provvedimento di Palazzo Santa Lucia inoltre rientra pure l’area di Valle Ufita a Flumeri.
Fin qui il dato positivo per l’industria irpina. Depurazione più efficiente significa servizi migliori per le aziende. In via teorica dovrebbe significare anche maggiori garanzie per la salute dei cittadini, così come per la tutela dell’ambiente. La scelta (o non scelta) tra diritto al lavoro e diritto a un territorio sano è da sempre materia complessa, tanto più con i timori per la crescente incidenza di tumori e sulla possibile correlazione con l’inquinamento industriale.
In secondo luogo, se Regione e un consorzio Asi investono nelle strutture, negli impianti per la precisione, collaterali alle fabbriche; se il Governo regionale spinge e riconosce le Zone economiche speciali (come accaduto di recente) o le aree di crisi complessa e non complessa, si sta in realtà dicendo che nelle politiche di sviluppo campane l’industria ha ancora un ruolo rilevante. Ce l’ha anche in un contesto per larga parte ancora rurale come quello irpino, e ce l’ha mentre il dibattito su agricoltura e turismo sembra invece voler dominare l’agenda pubblica.
Ma il capitolo industria e depurazione in provincia di Avellino si compone di almeno altri due paragrafi. Intanto, a due anni e mezzo dall’insediamento della Giunta De Luca da Napoli ancora non sono arrivate parole certe in relazione alla riforma del sistema dei consorzi Asi che pure era stato dato, ad esempio dallo stesso assessore alle Attività produttive Amedeo Lepore, come ineludibile. Il tassello risulta mancante, nel complesso delle azioni già citate messe in campo, ed è di fondamentale importanza. Aree industriali ripopolate da fabbriche che producono e non sono cattedrali del deserto, creano occupazione. Consorzi che riescono a fare da propulsori dello sviluppo e ad attrarre l’imprenditoria sana, aumentano il carico di lavoro dei depuratori riducendo il ricorso al conto terzi, pratica largamente diffusa.
E infatti, la riforma delle Asi si trascina dietro un’altra questione: il risanamento del Cgs. Sul braccio operativo del consorzio per lo sviluppo industriale pesano i conti in rosso e le preoccupazioni dei 74 lavoratori che non hanno certezze sul loro futuro occupazionale. E’ proprio il Cgs fa funzionare la depurazione in buona parte delle aree industriali d’Irpinia.