Amedeo Lepore, assessore regionale alle Attività produttive, fa davvero sul serio? Venerdì scorso ha visitato Ema, Altergon e Acca. Col piglio del documentarista, considerato che dirigeva fin nei minimi particolari il cameraman al seguito. “Realizziamo un documentario delle eccellenze campane, il documentario durerà cinque anni”, assicura. Accompagnato anche dal regista Franz Cerami, docente di Storytelling digitale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Terza visita in Irpinia dopo Calitri e Avellino. A Morra De Sanctis e Montella per osservare da vicino l’Irpinia che funziona. E anche quella che non funziona perché a volte intorno alle eccellenze c’è il vuoto. Professore di Storia Economica alla Seconda Università di Napoli, la sua visione dell’economia è ovviamente simile a quella del suo presidente. Come Vincenzo De Luca nel suo discorso di insediamento, anche Lepore tocca e si propone di rivoluzionare un totem dell’industria. “Per quello che ho notato fino ad ora bisogna assolutamente rivedere gli enti intermedi come l’Asi. Rappresentano un vincolo più che un’opportunità, oggi non vanno proprio bene”.
Parole e propositi che si scontreranno con gli interessi di sindaci e politica? Forse, può essere. La battaglia di De Luca e Lepore sarà difficile. Ma intanto il neo-assessore ha già cominciato. “Ho già chiesto a Comuni ed enti di fornirmi entro due mesi un quadro di tutto quello che c’è all’interno delle aree industriali e delle aree Pip. Voglio una mappatura completa”. Frase detta con tono serio. E con tono da professore. Di quel tono tipo “vi ho dato tempo per fare i compiti, ma chi non fa se la vede scura con me“.
Si parte da questo per il tanto auspicato riutilizzo, per l’agognata riconversione dei tanti capannoni rimasti vuoti dopo l’esodo dalla 219 e nel bel mezzo della crisi. Lepore parla ovviamente il linguaggio di De Luca. Anche un pochino nella cadenza. Inevitabile. Le parole d’ordine sono semplificazione e sburocratizzazione. Ma Lepore si spinge dove nemmeno le aquile osano. I tribunali. Parliamo sempre di industria. E allora il professore-assessore dichiara: “Ho intenzione di dialogare costantemente con Roma perché anche le procedure in Tribunale che riguardano i fallimenti delle aziende vengano snellite dove possibile”.
Lepore avrà vita dura, ci scommettiamo. Ma la speranza c’è, dev’esserci. Perché mentre si discute nuovamente di Patto per lo Sviluppo, l’assessore va dritto per la sua strada. “Sì d’accordo discutiamo pure, ma di cose concrete. E mentre pensiamo all’Alta Capacità cerchiamo per favore di lavorare ogni giorno perché l’Irpinia e la Campania siano produttive e competitive”. Tradotto in termini brutali: che ce ne facciamo delle grandi opere se tra 10-15 anni in Irpinia resterà il nulla?
In verità non ci sarebbe neanche bisogno di tradurre. Il professore non parla il politichese. “Ci sono due modi per affrontare le cose. Il primo è quello di creare il contesto, il quadro. Io però preferisco l’altro approccio. Vuol dire che mentre si aggiungono tanti importanti tasselli al mosaico complessivo, si continua l’azione giorno per giorno per non perdere tempo. Lavorare per riportare alcune condizioni alla normalità, fare subito alcune cose”. Scommette più sulla banda ultra-larga che sulle strade. E’ uno moderno, “fresco”. Ama la musica. I Jefferson Airplane e gli Area. Ma anche Suzanne Vega o i Radiohead. Oppure i Clash, Tom Waits. Amante delle arti visive. Dello schermo in tutte le varie sfaccettature. Wim Wenders tra i suoi idoli cinematografici. Insomma, sotto gli occhialoni c’è un vivace creativo. Un regista. E solo uno di questi tizi può cambiare sul serio le cose. Siamo davvero curiosi…