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La bellezza nel vento, a Cairano il premio per la rigenerazione urbana

Ora ci sono anche gli organi a vento sulla rupe, ma Cairano viene premiata per l’intera opera di rigenerazione urbana costruita negli ultimi anni. Il riconoscimento per la Campania è dell’Inarch, l’istituto nazionale di architettura. La consegna è avvenuta il 23 novembre.

Cairano è un’opera collettiva, corale”, dice l’architetto Angelo Verderosa che ha curato i vari interventi. “Ma tanti si sono spesi per questi risultati. Geologi, ingegneri, operai, amministratori, l’associazione Irpinia 7x. L’opera appartiene a tutti i cittadini di Cairano, ma direi che diventa patrimonio dell’Irpinia che si apre all’esterno”, aggiunge.

I ruderi, che all’inizio dei lavori versavano in un grave stato di degrado, oggi sono stati riadoperati come residenze per artisti, una piazza-teatro dove si tengono le master-class sui mestieri dello spettacolo, riservando forte attenzione alla cultura, all’arte e allo spettacolo per una rivitalizzazione del luogo”, si legge nel progetto.

Un paese rigenerato con materiali lapidei di provenienza locale per ristabilire un dialogo tra architettura e paesaggio, recuperando antichi luoghi, ritenuti una preziosa risorsa a servizio della comunità. “Il progetto ha puntato alla rifunzionalizzazione di fabbricati e spazi urbani, ricercando un nuovo equilibrio tra residenti, territorio e potenziali nuovi abitanti», si legge nella descrizione dell’intervento.

La prima fase dei lavori ha registrato la rimozione delle superfetazioni e delle parti murarie ammalorate ed in fase di crollo o distacco. Ampie parti di muratura, a causa dell’avanzato degrado delle malte originarie, sono state smontate col solo uso delle mani. I materiali provenienti dalle demolizioni, quali coppi, pietre e mattoni, sono stati selezionati e accantonati per essere riutilizzati nelle fasi successive. Data la posizione di altura del comparto Castello, non è stato possibile operare in cantiere con mezzi meccanici; tutti i trasporti, sia di adduzione che di allontanamento, sono stati di conseguenza eseguiti a mano e con carriole; anche gli impasti di malte e conglomerati hanno richiesto l’utilizzo di piccole betoniere e molazze elettriche.

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