Non sono solo il calcio e la musica a radunare diverse migliaia di persone: circa 6000. C’è un colore, tanto delicato quanto potente, capace di mettere insieme uomini e donne di ogni età. Il rosa, che arriva laddove, talvolta, non basta una semplice cura. Il rosa che ha colorato l’intera provincia in questi giorni, dalle vetrine dei negozi, ai monumenti e le piazze. E che questa mattina ha invaso le strade di Mercogliano e Avellino.
“Quello che poteva sembrare all’inizio un gioco, sta crescendo di anno in anno”. Le parole di entusiasmo e stupore del dottor Carlo Iannace alla vista del fiume rosa che continua ad aumentare ad ogni edizione. E che da Mercogliano ha raggiunto Avellino, sotto un sole tutt’altro che autunnale. Più di 6000, circa il doppio dello scorso anno, i partecipanti alla quinta edizione della Camminata Rosa, la marcia della vita che sensibilizza alla prevenzione, fortemente voluta 5 anni fa dal senologo, e organizzata dalle Amdos e Amos irpine, con l’aiuto di tante altre associazioni di volontariato e la partecipazione di tutte quelle persone che all’invito “CamminiAmo per la vita” non si tirano mai indietro. “Non ci sono parole per descrivere la gioia nel vedere tutte queste persone – ha proseguito Iannace -. Si cerca di lavorare sempre meglio nella prevenzione, di coinvolgere quanti più paesi uscendo anche fuori provincia. Le Amdos e le Amos lo dimostrano: quando si vuole fare qualcosa, anche dal basso si può”.
A tagliare il nastro, pochi attimi prima della partenza alle ore 9:30, Rosa Costanza. Da Serino, una delle tante donne che hanno vinto contro il cancro al seno e che ha conservato il sorriso, la bellezza e l’eleganza di quando, nel 1950, partecipò a Miss Italia, insieme a Sofia Loren. Accanto a lei, oltre alla direttrice dell’Asl di Avellino, Maria Morgante, la presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio: “Straordinaria edizione e grande emozione. Bisogna continuare a mettere in campo tutte le energie possibili per fare prevenzione. Ringrazio le associazioni che se ne occupano, perché mi hanno invitata a fare la legge in Regione sulle parrucche e perché hanno voluto con forza la radioterapia all’ospedale di Ariano”.
Un impegno, quello delle Amdos e Amos, che diventa una missione. Lanciare il messaggio che dalla malattia si può guarire. E che, nel percorso da affrontare, non si è soli. Proprio come nella Camminata Rosa, si prosegue insieme passo dopo passo.
Un messaggio, quello dell’importanza della prevenzione, che deve essere lanciato anche nelle scuole. A sottolinearlo, sia l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Chiara Marciani, che l’assessore all’istruzione del comune di Avellino, Michela Mancusi, entrambe questa mattina nella marea rosa che si è fermata due volte per uno scambio simbolico con gli alunni, prima del Cocchia e poi della Solimena. “La scuola – ha detto la dirigente scolastica della Solimena, Amalia Carbone -, ha adottato l’iniziativa della prevenzione e la condurrà all’interno del più ampio progetto di sostenibilità, Agenda 2030, che pone alla base, accanto alla cultura, anche la cura e la salvaguardia del benessere e della vita. Noi ci siamo, in maniera forte e significativa, perché la prevenzione si apprende sin da piccoli”.
Il ritmo della montemaranese, come ogni anno, ha accompagnato con allegria il fiume rosa da viale Italia a corso Vittorio Emanuele, dove alla chiesa del Rosario il vescovo Arturo Aiello ha celebrato la Santa Messa, e ha definito la Camminata Rosa un “inno alla vita, una protesta contro la rassegnazione alla malattia che ci vorrebbe isolati. Questa manifestazione è l’antidoto perché unisce nella lotta, rendendo più forti”.
Ogni mano, poi, fuori dalla chiesa, sotto un sole ancora più caldo, ha lasciato andare un palloncino rosa, un saluto con gli occhi rivolti al cielo. “Io sono ancora qua”, le parole di Vasco hanno accompagnato quei puntini che piano piano si dissolvevano nel blu. Lasciando abbassare di nuovo gli occhi, per parlare senza tante parole. Solo sorrisi, per dire “ce l’abbiamo fatta”.