Le braccia ampie e tolleranti di Mamma Schiavona hanno accolto, come succede ormai da 14 anni, famminielli irpini e non . La tradizione si è compiuta e così, alla Candelora dell’inclusione, ha partecipato anche quest’anno una vasta fetta della comunità gay e transgender dello Stivale. A capitanare la “Juta a Montevergine” è stata nuovamente Vladimir Luxuria che, da veterana dell’appuntamento, da tre giorni, si trova in provincia. Dopo il successo della festa di ieri sera al Black House Blues di Via Annarumma la sveglia ha buttato tutti giù dal letto per l’appuntamento con il Santuario. Dopo la messa, terminata alle 12, sono cominciate le celebrazioni della festività con musica, canti e balli.
Antichissimo il rito al quale si rifà la tradizione. Si racconta, infatti, che nel 1256, due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Di fronte a questo evento l’intera comunità reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati che furono legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che accettare l’accaduto.
Ad onorare ancor di più l’affascinante leggenda oggi è arrivato anche il sole. Un raggio inteso, luminoso e caldo come il sentimento di quanti, ancor di più oggi che la Cirinnà arriverà al Senato, sperano di poter esprimere liberamente il proprio amore.