“Il Laceno può uscire bene dalla crisi covid-19”. Sembra esserne certo Gerardo Stabile, vice presidente del Consorzio Bagnoli-Laceno e numero uno di Federalberghi Avellino. Quella bagnolese, sinora, è stata la realtà dell’Alta Irpinia più colpita dal coronavirus, ma i suoi cinque casi sono comunque poca cosa rispetto ai numeri ben più importanti di altre città e comuni della Campania.
Con il settore turistico già pesantemente provato da anni di chiusura delle seggiovie (per le quali la scorsa estate è stato finalmente sbloccato il finanziamento regionale da oltre 10 milioni di euro, ma i lavori non sono ancora partiti), il Laceno ora si trova ad affrontare una nuova sfida. “Credo che se lavoriamo bene e in maniera compatta, come stiamo provando a fare in questi giorni – spiega Stabile – riusciremo a salvare la stagione estiva e a garantirci le stesse entrate dello scorso anno nei mesi di luglio e agosto. Non è una passeggiata, ma voglio essere ottimista”.
Tre gli elementi sui quali puntare secondo il rappresentante degli operatori turistici bagnolesi: comunicazione efficace, creazione di un marchio di sicurezza (covid free) da spendere per la riapertura delle strutture alberghiere e trasporti. “Sì perché per anni ci siamo illusi di poter fare turismo senza avere un solo bus in viaggio da Avellino a Bagnoli Irpino la domenica”, sottolinea. E quindi pubblico e privato devono ora mettersi in gioco per garantire corse sicure, in più fasce orarie, alle quali eventualmente affiancare il treno turistico appena potrà ripartire. “In questi mesi gli autobus scolastici sono circolati vuoti, ora è tempo di impiegarli. Se centriamo questi tre elementi possiamo fare per il Laceno quello che non siano riusciti a fare in 30 anni“.
La stella polare però deve essere la tutela della salute. Cosa meno complessa da garantire in un’area di decine e decine di chilometri quadrati. “Ci adegueremo a tutti i protocolli, faremo soltanto quello che sarà consentito. E quindi tante attività all’aria aperta. Se per i bar e i ristoranti si tratta di studiare formule diverse per il servizio, nel caso degli alberghi il discorso è un altro. Sono rimasti aperti in queste settimane. Stanno acquistando sanificatori, pur non essendo obbligatorio. Certo, il pernottamento è un problema. Dovremo garantire camere perlopiù singole”, aggiunge. La gestione dei gruppi in particolare è compromessa. “Se sono famiglie puoi farlo, se no è molto complesso organizzare l’ospitalità”.
Ma Stabile, che è anche referente dell’Irpinia nell’associazione nazionale Borghi diffusi, prova a leggere con favore gli effetti dell’emergenza. “Può ripartire il sistema turistico, l’Irpinia può muoversi in controtendenza rispetto ad altri territori. L’assurdo è che qui basta portare a regime quello che già c’era. Anche noi abbiamo avuto perdite, ma non possiamo metterci sullo stesso piano di Capri dove il 70% delle prenotazioni arriva dall’estero ed è saltato. Al borgo di Castelvetere a maggio avevamo in programma degli australiani. Pazienza, ma questa è la nostra occasione. Dobbiamo presentarci bene, il nostro target deve essere chi vive nell’area metropolitana di Napoli e sta soffrendo in questi mesi la mancanza di spazi. La gente non andrà all’avventura, non si muoverà in modo estemporaneo. Vorrà informazioni e adeguata sicurezza. Sapremo garantirla”, conclude.
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