Diventare assessore alle Attività Produttive, da irpino e in questo momento in Campania, rappresenta una sfida molto delicata. Significa affrontare le vertenze in atto, e in provincia di Avellino non sono poche. Vuol dire mettere pezze, o dare opportunità, a un comparto industriale perennemente in cerca di nuove identità, spazi e infrastrutture.
Gerardo Capozza, fresco assessore dopo la decisione di Vincenzo De Luca, conosce bene la materia. Da sindaco di Morra De Sanctis, e anche in seguito da Roma, è stato uno degli artefici del miracolo Ema. Anzi, del miracolo di un’area industriale che pur gravata da chiusure appare nettamente in salute. Ma la stessa area, esattamente come altre, resta comunque alle prese con problemi infrastrutturali. Collegamenti stradali obsoleti, banda larga da impiantare, per intenderci.
L’assessore alle Attività Produttive non è e non può essere il terminale di ogni eventuale operazione. Deve raccordarsi con altri uffici e competenze, vedi l’Asi. L’operazione di raccordo è riuscita in parte al suo predecessore, Amedeo Lepore. Ma non ce la sentiamo di addossare responsabilità all’ex. La riforma delle Asi resta infatti ancora un miraggio perché groviglio di situazioni da affrontare, per fare in modo che non si possa più parlare di carrozzone come ha detto oggi il segretario Fismic Giuseppe Zaolino. Però Capozza ha un vantaggio, quantomeno sul piano teorico. E’ stato amministratore, funzionario, politico. Ha due lauree, Medicina e Scienze giuridiche. In teoria ha gli elementi per poter lavorare bene in un settore difficile e composto da più voci, più esigenze, più sfaccettature in generale.
La sua nomina, per l’Irpinia, potrebbe dare una spinta decisiva per la riconversione delle decine di spazi industriali. In un certo senso potrebbe iniziare a mettere la parola fine all’eredità del 1980. E allo stesso tempo Capozza è chiamato a lavorare sui numerosissimi tavoli di crisi, a cominciare dalle vertenze nell’area più critica: il nodo Sirpress in quella di Nusco. E’ una scommessa importante, per se stesso e per la provincia. Per l’Alta Irpinia in particolare.