Last Friday, si decide il futuro di Alto Calore

Si avvicina la resa dei conti in casa Alto Calore. Domani pomeriggio alle 15.30 è convocata l’assemblea dei soci nel corso della quale l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia chiederà ai sindaci irpini e sanniti la sottoscrizione dell’aumento di capitale per 25 milioni di euro e la modifica dello Statuto nella parte che consente la vendita delle quote, fino al 48%, a soggetti privati. Perché ci sia il numero legale, basta che sia presente il 33% dei soci; mentre per deliberare ne serve il 22%. Ma il Comune di Avellino non ci sarà e forti dubbi insistono anche sulla presenza o meno della Provincia.

Secondo l’ultimo bilancio consuntivo, Alto Calore ha circa 135 milioni di euro di debiti e soltanto 100 di crediti, in gran parte inesigibili. Votare l’aumento di capitale espone sindaci e amministrazioni comunali dato che i Comuni sono soci dell’ente. Negli ultimi due anni si era provata la strada dell’aggregazione ad altro soggetto, come il sannita Gesesa o Acquedotto pugliese, per risollevare le sorti di Corso Europa. La trattativa però è fallita. Con un voto favorevole, domani si aprirebbe la strada ai privati, che diventerebbero anch’essi soci.

 

LA MOSSA DEL GOVERNO – Questo pomeriggio alle 17, al ministero dello Sviluppo Economico, il Movimento Cinque Stelle discuterà di un possibile piano B con un tavolo tecnico. E’ il sottosegretario Andrea Cioffi a intestarsi l’iniziativa, spalleggiato dai deputato cinquestelle irpini. Le soluzioni però potrebbero ugualmente non arrivare visti i tempi molto stretti per l’azione.

LA POSIZIONE DELLA REGIONE CAMPANIA – Alto Calore non è società regionale, ma la Regione è comunque spettatore interessato della vicenda perché dietro l’aumento di capitale si cela la disponibilità di Palazzo Santa Lucia a investire milioni di euro sul rifacimento delle reti idriche, ormai fatiscenti e vetuste. La recente rottura di una conduttura a Cassano Irpino, con migliaia di metri cubi di acqua versati sulla strada provinciale, è la dimostrazione della gravità della situazione dal punto di vista infrastrutturale: la dispersione della risorsa idrica è del 50%. 

Gli interventi sulle reti sono necessari, ma Vincenzo De Luca e i suoi vogliono garanzie, dal punto di vista dell’assunzione di responsabilità dell’ente per una gestione più oculata delle risorse. I conti in rosso di Alto Calore vengono da decenni di operazioni finanziarie avventate e di assunzioni che hanno fatto lievitare pure i costi del personale: la pianta organica risulta sovradimensionata di circa 100 unità.
Intanto ieri sera ad Avellino, a margine di un convegno, il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha commentato stemperando i timori per l’eventuale ingresso dei privati in società: “La gestione dell’acqua non è mai nelle mani dei privati, questa è un’altra stupidaggine che circola. Le leggi attuali non consentono di affidare ai privati la gestione delle reti, che restano pubbliche, quindi anche l’acqua resta pubblica”. Poi il numero uno della Giunta regionale ha chiarito che è necessario quanto primi riconsiderare i rapporti con “l’Acquedotto pugliese, perché la gran parte della risorsa idrica che va in Puglia viene dalla Campania e i rapporti sono assolutamente squilibrati”.LA REAZIONE DELLA CISL IRPINIA SANNIO – “Domani è in programma l’Assemblea dei soci dell’Alto Calore – dichiara il Segretario Generale Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionnala Cisl sollecita nuovamente Alto Calore e azionisti a mantenere gli impegni assunti nei confronti del territorio irpino e sannita, a valutare con attenzione e coscienza ogni decisione utile ai cittadini e ai tanti lavoratori in forza all’Ente. Occorre in primis riconsiderare la questione legata all’aumento di capitale, tutelare gli interessi del nostro territorio e la nostra acqua. Non bisogna inoltre trascurare il capitolo dedicato alle infrastrutture e quindi al rifacimento delle condotte e alla loro puntuale manutenzione che gravano pesantemente sulle tasche dei cittadini a causa delle continue perdite (superano il 50 per cento) e conseguenti rotture, in special modo durante l’inverno e delle gelate. La Cisl si aspetta un atto di responsabilità da parte di chi rappresenta questo territorio, perché votato dai cittadini, gli stessi cittadini che hanno il diritto di essere tutelati”.

L’INIZIATIVA CGIL AVELLINO – “Questa sera alle 19, al Godot Art Bistrot di via Mazas ad Avellino, la  Rete Acqua Bene Comune Avellino e la Cgil di Avellino promuovono una discussione su come organizzare un movimento che difende l’acqua come bene comune e come agire attivamente per contrastare e fermare il progetto di privatizzazione in vista delle imminenti decisioni di Alto Calore, l’ente idrico della nostra provincia. L’acqua è tra i diritti fondamentali dell’umanità e non assoggettabile alle leggi di mercato. Noi vogliamo difendere questo diritto che non rientri in logiche meramente mercantili“, scrive il sindacato. “Per questo abbiamo già scritto una lettera al presidente della provincia, ai sindaci, al commissario straordinario del Comune di Avellino e alla Giunta regionale della Regione Campania, per bloccare questo disegno: chiediamo ai sindaci il rinvio dell’assemblea e l’attivazione di partecipazione e discussione sulle sorti dell’Alto Calore e del prezioso bene che gestisce“, concludono.

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