E’ visibilmente emozionato Maurizio Oliviero, quando entra nel Liceo che l’ha visto diplomarsi. Il Rettore dell’Università degli Studi di Perugia ha iniziato qui il suo percorso. Lioni-Sant’Angelo per cinque anni, poi verso Perugia. Ma come racconterà, questo passaggio fu particolarmente delicato. Studenti dell’Istituto De Sanctis ammutoliti dal racconto del professore. Oliviero prima scherza: “Torno qui e vedo che oggi le giustifiche vengono fatte con login e password. Secondo me invece il filone dovrebbe essere garantito dalla Costituzione. Ma se venite nelle nostre università imparerete ad hackerare come si deve”.
Poi comincia il suo racconto: “Grazie alle persone che ho conosciuto, come l’ex preside Romualdo Marandino, ho trovato la forza, per esempio ho superato lo sconforto per non essere stato ammesso a Roma da aspirante studente“. Tentò l’ingresso a Roma per studiare medicina. Superò brillantemente lo scritto. Era convinto di aver fatto benissimo anche all’orale. Ed era così. “Ma una telefonata da Roma mi fece capire che non c’era posto per me. Che avrei ottenuto l’ingresso ma in futuro, perché quell’ateneo non voleva perdermi. Riattaccai il telefono e qualche giorno dopo mi decisi. Volevo lasciar perdere lo studio e andare a fare il muratore in Svizzera….”
E continua: “Al mercato di Lioni mia madre incontrò il preside Maradino. Lei racconto la mia delusione, la mia scelta. Marandino volle incontrarmi. Mi convinse a prendere un anno sabbatico e a viaggiare. Fermati nella città e nella facoltà che più ti ispira, mi disse. Feci così, mi fermai in Umbria a studiare legge“. Episodi che portano a ringraziare l’Irpinia. E a dire: “Non lasciate questo Paese e investite su questa terra“. E ad aggiungere: “Ho un rammarico, quello di non poter lavorare per l’Irpinia, dove sono nato e cresciuto. Ma ripagherò in futuro, ne sono sicuro, perché questo territorio mi ha dato tantissimo. Grazie alle persone che ho conosciuto ho trovato la forza“.
Le ricette sono quelle classica. Lo studio, l’impegno. Ma soprattutto l’umanità, quella che si dovrebbe insegnare e imparare al scuola. “Qui c’è comunque un impegno politico per voi. E questo non è un Istituto qualsiasi. Date una mano a questo paese studiando e impegnandovi“. Dopo la fine della relazione studenti e docenti si alzano in piedi. L’applauso è quello che si riserva a un attore dopo un toccante monologo teatrale.