Le opportunità dei piccoli comuni, Coldiretti presente

La legge sui piccoli comuni riserva una buona fetta alla promozione delle tipicità in campo alimentare. E allora un convegno che vedeva protagonista la Coldiretti non poteva non ottenere una partecipazione più che massiccia, almeno rispetto ad altri appuntamenti in cui era stata spiegata la legge solo per sommi capi. “In Campania 7 produzioni Dop e Igp su 10 coinvolgono il territorio dei 338 piccoli comuni della regione. Ma la regione ha anche il primato italiano per i Pat, prodotti agroalimentari tradizionali, con 515 bandiere del gusto, che spesso prendono il nome dal piccolo Comune (o da una frazione) dove sono nate“, fa notare l’associazione. Sono venuti da tutta la Campania per ascoltare, tra le altre, la relazione del vicepresidente nazionale Gennarino Masiello, al tavolo del teatro Europa di Teora con i vertici provinciali, con l’Anci e con la politica. La senatrice Angelica Saggese, il deputato Luigi Famiglietti, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio che con la stessa Coldiretti ha messo in piedi l’evento.

Cosa è emerso dall’incontro? Nessun sano di mente può pensare che una legge del genere sia la salvezza. Si interviene sulle lacune e sulle potenzialità prevedendo risorse non altissime in presenza di richieste e progetti su agricoltura, centri storici, turismo e tanto altro. Ma i piccoli comuni sono la stragrande maggioranza in Italia, quindi la coperta sembrerebbe corta. Mentre in zone come L’Alta Irpinia lo spopolamento appare inarrestabile. E’ vero, le risorse sono state aumentate e lo ha ricordato lo stesso Famiglietti. Ma la vera sfida, per quanto riguarda i fondi sui piccoli comuni come per ogni risorsa di provenienza pubblica, sarà rendere certi tempi e procedure. Alla fine sono le richieste di tutto il mondo privato e la Coldiretti ribadisce il concetto con Masiello. “I piccoli comuni possono diventare una grande realtà perché sono una grande presenza del paese. Questo provvedimento deve creare condizioni per agricoltura e artigianato. Ci aspettiamo quindi che l’agricoltura abbia la giusta attenzione da parte della classe politica che uscirà fuori dalle urne. Per anni il settore è stato immaginato e pensato come marginale. Oggi si parla sempre più di cibo e di sbocchi collegati. C’è però un bisogno vitale di far atterrare bene e presto i fondi“. L’ultima frase è chiaramente un appello.

Per Famiglietti la legge va considerata insieme ad altri provvedimenti, vedi Resto al Sud. “C’era bisogno di dare un messaggio privato ai giovani dell’Alta Irpinia perché facciano impresa anche in agricoltura“. E’ l’eredità che i governi degli ultimi anni lasciano ai territori delle aree interne della Penisola. Come per la strategia aree interne la semina è stata fatta, sta ai giovani raccogliere ma ai futuri onorevoli dare costantemente impulso.

La legge e l’Irpinia. Per una maggiore efficacia dei provvedimenti sarebbe auspicabile un’azione congiunta di sindaci e privati. Evitare i progetti slegati tra di loro, dove ogni comune segue l’obiettivo di campanile. In questo senso la presenza di Coldiretti, come i paletti della stessa legge che puntano ad aggregare i comuni, può essere una garanzia. Ma d’altro canto sappiamo che si riparlerà concretamente di sviluppo solo dopo le elezioni politiche e dopo le amministrative della tarda primavera. Quindi, realisticamente, dopo l’estate. A margine dell’incontro c’è ovviamente spazio per la politica, quella non si può lasciar fuori a 4 giorni dalla presentazione dei candidati. Così Rosetta D’Amelio e il sindaco Stefano Farina auspicano nel Pd, ma “soprattutto per gli altri partiti”, candidature di persone che conoscano il territorio“. Si vedrà.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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