Sindaci, lavoratori, imprenditori e sindacati. La sala consiliare di Ariano Irpino accoglie la protesta di Tricolle, Ufita e Alta Irpinia. Per una ripresa dei lavori sulla Lioni-Grottaminarda e di fatto contro la deputazione irpina del Movimento 5 Stelle. Oltre le fibrillazioni. Negli ultimi giorni è stato scontro frontale sulla maxi-opera: tra il sottosegretario Carlo Sibilia e Confindustria Avellino per esempio. E allora è proprio il numero uno degli industriali irpini, Pino Bruno, a dire: “Cominciamo a registrare una disponibilità a che l’opera debba farsi. Il problema è dare impulso ai lavori e partire immediatamente perché non esiste un piano al momento. Ad oggi abbiamo una mezza dichiarazione, per effetto di sollecitazioni mediatiche e di una parte della politica. Ma siamo preoccupati per le difficoltà delle imprese, i sub appaltatori in particolare, e perciò siamo qua: non incassano, per essendo giacenti 6 milioni di certificati, dal 1 gennaio. Confindustria svolge come sempre un ruolo di servizio per le imprese e il territorio. Questa è un’opera necessaria, iniziata nel 2012 e non 40 anni fa come qualcuno dice speculando“.
Arriva ad Ariano anche Luca Cascone, consigliere delegato ai Trasporti del governatore Vincenzo De Luca. Entra nei dettagli dopo la decisione di Roma di revocare il commissario e passare alla gestione ordinaria. “La gestione ordinaria è possibile e si può fare bene. Ma ho perplessità sul fatto che possa farla una struttura che non ha nella sua mission la gestione di un’opera che vale 400 milioni di euro. La Regione ne sarebbe in grado. Lo abbiamo proposto. Devono darci una risposta”. Ma lo stesso Cascone definisce “un muro di gomma” l’atteggiamento da parte di Roma.
Sullo stop al commissario Filippo D’Ambrosio aggiunge: “Sarebbe stato opportuno che la risoluzione potesse avvenire prima del 31 dicembre 2018. La Regione Campania ha dato disponibilità a subentrare come stazione appaltante con più note a firma mia su delega del presidente De Luca. Siamo in attesa di risposte. Il punto è che per questa opera noi investiamo 290 milioni su circa 350, ma la Regione non viene tenuta al corrente delle decisioni“.
Sulla presenza massiccia nella sala consiliare, Cascone dichiara: “Spero che operai e imprenditori si sveglino finalmente. Per noi il blocco che si preannuncia tra qualche giorno era cosa certa da tempo: abbiamo spiegato che sarebbe stato un dramma e un danno per le casse dello Stato perché in assenza di un committente qualcuno dovrà pagare le riserve contabili che si verranno a creare. Senza commissario io non dico che l’opera non andrà avanti. Io dico che la sostituzione doveva avvenire per tempo e fatta concreta e certa con una legge. Il nostro problema non è solo chi farà il committente, ma i tempi e le forme giuste”.