L’Udc riparte da Sant’Angelo dei Lombardi in un tour che ogni domenica toccherà un paese diverso. A Sant’Angelo viene inaugurata la sede e come da previsioni le parole di Ciriaco e Giuseppe De Mita racchiudono un lungo attacco ai sette sindaci ‘dissidenti’ dell’Alta Irpinia. Nel paese amministrato da uno di questi, Rosanna Repole, si parla in un passaggio anche del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e del deputato Luigi Famiglietti. Ma è un passaggio brevissimo perché il sindaco di Nusco definisce entrambi “inesistenti”.
All’inizio il presidente si rivolge a Erio Matteo. L’editorialista è presente in sala e viene ringraziato dal gruppo Udc insieme a Tony Lucido e Franco Mocella dopo il taglio del nastro e gli applausi.
“Io ho desiderato organizzare questo momento di riflessione a Sant’Angelo – spiega De Mita -. Erio Matteo lo sa, io ho un pensiero senza interruzioni. Ritengo che Erio abbia rappresentato un tentativo culturale nella Dc. A Sant’Angelo dei Lombardi c’era un gruppo orgoglioso e autonomo, mi adoperai per dialogare ma non in termini conflittuali. Io ho sempre avuto la dimensione della politica e non quella del partito. L’inizio fu difficile ma non scegliemmo la rivoluzione“. Un’introduzione servita all’ex premier per arrivare senza troppi giri di parole all’attualità. E l’attualità è ovviamente lo scontro all’interno dei venticinque comuni altirpini, al momento ancora insanabile.
“Io – continua – ho lanciato una sfida per territorio, questa era la mia idea. Nei primi due anni non ho mirato a recuperare consensi. Ho aiutato a capire, mi sembrava naturale. Dopo l’inizio si era raggiunta l’unanimità continua per ragioni oggettive. Mi ero dedicato alla comunità, ho scoperto che la mancanza di impegno cresceva perché i meccanismi di risoluzione dei problemi sono lontani e la Regione dovrebbe aiutarci di più. Nelle amministrative (quelle della scorsa primavera, ndr) io mi sono adoperato per liste Udc e del Pd. Voi di Torella dovete raccontarlo, non era semplice – e qui indica il sindaco in sala -. Ma non chiudemmo questi accordi solo in Alta Irpinia. Abbiamo vinto ovunque, anche a Guardia e ringrazio i rappresentanti qui presenti“. Ed ecco un rapido passaggio sul Pd, perché De Mita lascia intendere l’amarezza e la soddisfazione allo stesso tempo per aver chiuso solo con una parte del Pd, seppur rilevante, come quella che fa riferimento a Rosetta D’Amelio. “Perché se il Pd è Del Basso De Caro e Famiglietti e inesistente… loro non sono niente“. E aggiunge: “La cosa che più mi ha impressionato nelle scorse amministrative è quella di aver trovato buoni gruppi dirigenti. Questo risultato mi ha convinto a tentare la riscoperta di una tradizione, l’impegno a far crescere questo tipo di rapporti. Non ho una presunzione egemonica. Voglio un pensiero politico che dia speranza. Le liste delle amministrative hanno una freschezza a differenza di pezzi residui che sopravvivono che intendono la politica come cattiveria e violenza – attacca riferendosi chiaramente ai Di Maio, Repole o ai Salzarulo -. Ma chi vive quella condizione è una persona disperata“.
E più o meno è la stessa la considerazione del vicepresidente nazionale Udc, Giuseppe De Mita.
“Chi legge la politica in questo modo non capisce, ma per chi non capisce puoi avere solo un sentimento di pena e commiserazione. Per un periodo qualcuno ha pensato solo a escludere Nusco dal Progetto Pilota. Ma all’inizio non ci credeva nessuno alle potenzialità della strategia. Solo grazie al presidente De Mita si è invertita la logica. Solo con lui ora si parla di fondi per creare le precondizioni per lo sviluppo su Scuola, Sanità e Trasporti. E’ ora di finirla con l’eccesso di rancore – riflette rivolto ai sette sindaci oppositori -, questo appartiene ai mediocri“. E sull’apertura a Sant’Angelo dei Lombardi il deputato chiarisce: “In zona facemmo una chiacchierata con i ragazzi che fanno impresa, come Ettore Mocella. Il rischio era quello che le discussioni si perdessero senza un luogo fisico come questo. Ma non sarà un seggio per le primarie. Solo le bande fanno questo. Non è una sezione che viene organizzata per far far fare il passaggio a chi è in campagna elettorale. Sant’Angelo può diventare riferimento in tutta la zona. Movimento di persone, le polemiche non servono“. E prima di lui aveva preso la parola il consigliere regionale Maurizio Petracca, che conosce bene il luogo in cui si trova la sezione visto che sua nonna abitava a pochi metri. “C’è chi viene qui ad accaparrarsi spazi – il pensiero va a Del Basso De Caro – e vedo sindaci che si muovono per conservare pezzi di potere. La situazione dell’Alta Irpinia è ricomponibile solo con la volontà di tutti“, fa Petracca.
Buona la presenza dei sindaci e degli amministratori Udc della zona. C’è il sindaco di Bagnoli, Filippo Nigro. Quelli di Andretta e Torella, Giuseppe Guglielmo e Amado Delli Gatti. Vari consiglieri comunali dell’area come Angelantonio Minetti. Da Teora arriva la fedelissima Rosetta Casciano, molto nutrito il gruppo di Nusco ovviamente. Per la vicina Guardia presenti il sindaco Antonio Gentile e l’assessore Giovanni Pignataro. Arriva anche l’architetto Salvatore Palmieri da Montella. Mentre da Calitri giunge Peppino Di Milia, ex sindaco. Per Sant’Angelo seduti e protagonisti ci sono appunto Erio Matteo, Tony Lucido e Franco Mocella. Ad accogliere la delegazione Udc il presidente regionale di Confartigianato, Ettore Mocella. E uno dei referenti cittadini, Salvatore Sarni. Curiosi o simpatizzanti. Nessuno della Giunta comunale di Sant’Angelo viene a stringere la mano. In sala ci sono solo due consiglieri comunali, Antonio Petito e Pina Castellano. Si affaccia in via Berardi anche Nicola Santoro, Capo di Gabinetto della presidente D’Amelio. E così Enzo Forte e Gabriele Lucido.