Marandino: ‘Sant’Angelo non si faccia travolgere dal fango’

Non lasciatevi travolgere dal fango. Restiamo uniti“, dice sul finale Marco Marandino, candidato sindaco per “La nostra Sant’Angelo”. Lo fa nel comizio in piazza de Sanctis in una campagna elettorale decisamente tesa. “A tutti è concesso un quarto d’ora di celebrità. Ma il quarto d’ora è già passato. Chi urla è debole. Livore e rancore dall’altra parte“, aveva esordito riferendosi agli avversari. Ripercorre le scelte politiche degli ultimi anni.Non mi sono sottomesso a un capriccio di Nicola Santoro“, ricorda rul rimpasto in Giunta. “Non ho lasciato comune e paese. Intanto gli altri non hanno espresso idee, ma hanno lanciato solo accuse“. Nel mirino soprattutto il candidato alla fascia tricolore per Sant’Angelo Futura. “Nicola Santoro ha ricoperto cariche pubbliche importanti in passato, ma nessuno se lo ricorda. Io per 5 anni sono stato vicesindaco e forse le centinaia di persone salite sul comune se lo ricordano. Sempre umile, mai arrogante e soprattutto non ho mai preso in giro le persone. Mentre in tre anni in Regione Campania nessuno si è accorto del ruolo di Santoro. Quale beneficio ha ricevuto il paese? E quale auspicio ci sarebbe per i due anni che restano?“. Sulla lista. “Abbiamo candidati che 5 anni fa erano in tre schieramenti diversi. Questa però si chiama coesione… E ieri hanno voluto raccontare la favola di Pinocchio ma a metà, Pinocchio che poi ha ragionato autonomamente. Se Pinocchio sono io, beh non mi lascio manovrare“.

Doveva essere una campagna elettorale di visione, si è trasformata un referendum su di me. A saperlo l’avrei indetto prima“, attacca invece Rosanna Repole. “Ma Sant’Angelo non merita una campagna elettorale così”. Il passaggio sull’amministrazione uscente. “Quanto è stato realizzato non si può sminuire, si deve rispettare il lavoro degli altri e sono le opere che parlano. Su lavori che per anni non riuscivano a partire c’è l’appalto (ex Liceo, ndr). Si interverrà sul campo sportivo con il project financing. C’è il progetto sul convento di San Marco e il Puc non è chiuso in nessun cassetto. Gli avversari sono solo un disco stonato su Sprar e Ieslab, su cui hanno solo fatto slogan da campagna elettorale“. E riprende.

 

“Isolamento del paese? Non prendiamo ordini dai politici di Nusco e Lioni. Questo non significa che non debbano esserci rapporti con le comunità vicine. Ma la filiera istituzionale è provinciale, regionale e nazionale. Non solo regionale“. Qui altra frecciata a Santoro. E si collega al Progetto Pilota. “Mai fatto mancare il mio contributo, ma la relazione annuale sulla strategia aree interne è un documento importante da tenere a mente. In 3 anni la nostra zona ha perso il 5% degli abitanti. Primo impegno è invertire la tendenza e Sant’Angelo farà la sua parte. Il braccio di ferro è stato solo la difesa della comunità“. E sui rapporto con la Regione: “Con Franco Roberti saremo ben rappresentati“. Parla di rapporti sempre cordiali con De Luca e la stessa D’Amelio. “Ma, caro Santoro, se intendi che l’interfaccia con la regione sia tu, vivi un delirio di onnipotenza. Sei solo il capo di Gabinetto della presidente D’Amelio“.

Gli altri candidati. Giuseppe Landolfi abbassa i toni rispetto alle ultime uscite. “Da me mai nessuno attacco personale, solo e sempre politico. E resto sempre disponibile al confronto“. Giovani e politiche per i giovani nelle parole di Gianluca Antoniello, anche rispetto agli ultimi 5 anni. “Non può parlare di paese chiuso chi non vuole partecipare alle iniziative“. Valeria Braccia: “No al concetto di cambiamento. Si deve migliorare, non cambiare“. E sempre la Braccia, sui migranti: “L’integrazione c’è stata. Hanno lavorato insieme a noi volontariamente“. Giuseppe Gelsomino parla di “piano per le contrade, con assemblee partecipate“. Duro sulla lista n. 2. “L’altra sera uno show di chi 10 anni fa attaccava manifesti per la destra (Romano, ndr). Ma discutiamo di 12 comparse. Comparsi alla fine, poco prima di mezzogiorno il giorno della presentazione delle liste“. Vincenzo Gargano: “Sono stato attaccato, accusato di mandare la gente dall’analista. Ma evidentemente il pensiero su di me non è unanime visto che un altro candidato, Marra, mi fece i complimenti“. Sui rifiuti. “Se la dovrebbero prendere con chi aveva la delega (Verderosa, ndr)”.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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