“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. Le parole di Antonio Gramsci hanno risuonato questa mattina nel Multisala Cinema Nuovo di Lioni davanti a una platea di studenti e docenti dell’istituto “Vanvitelli”. Giornata dalla legalità organizzata dal Forum dei Giovani locale e dall’assessore alle Politiche Giovanili Domenica Gallo, resa possibile dal finanziamento regionale “Verso nuovi orizzonti” e dedicata alla scuola.
Le parole di Gramsci le hanno pronunciate di ragazzi della cooperativa Il tappeto di Iqbal: un progetto nato a Barra, periferia di Napoli. Circo e teatro sociale per strappare giovani alla criminalità organizzata e far guardare loro alla strada e alla vita da una diversa prospettiva. Girano l’Italia sotto la guida di Giovanni Savino e a dicembre nel loro quartiere installeranno una tenda donata da Papa Francesco. “Non abbiamo ancora potuto farlo – hanno spiegato – perché al centro del piazzale c’è un albero. I bambini ci dicono: hanno incendiato il Vesuvio, che fa un albero tagliato in più? Ma noi insegniamo la legalità e allora stiamo aspettando ottobre per spiantarlo e consegnarlo a un vivaio, dopo metteremo la nostra tenda”. Poi la precisazione: “Vi ringraziamo di questa possibilità di esibirci al Sud, è raro che qui qualcuno ci metta a disposizione un palcoscenico“.
Poco prima era intervenuto Catello Maresca, pm della Direzione distrettuale Antimafia. “Tutte le comunità sono esposte allo stesso pericolo ed è l’indifferenza. Per me Scampia è uguale a Lioni. Anche lì negano che esista la camorra, la nostra è la generazione della mangiatoia bassa. Perché l’Irpinia non è come l’Umbria e la Toscana? È un problema di bellezza? Siamo più stupidi o incapaci? È facile dire che è colpa degli altri, ma noi in questa storia cosa siamo disposti a fare? Il cambiamento parte da noi. Senza regole non c’è libertà. Per questo proprio chi ci ama di più, i genitori, ci dà più regole. Le leggi non vanno sindacate, al massimo cambiate con strumenti democratici”. A margine Maresca ha spiegato: “Non mi fisserei su se ci sono meno tribunali, l’argine alla criminalità è soprattutto la coscienza civile”.
Di fedeltà alle regole di vita ha parlato anche don Tarcisio Gambalonga. La legalità come elemento trasversale a tutti gli insegnamenti, al centro dell’intervento del preside del “Vanvitelli” Sergio Siciliano. “Il rispetto delle regole non è un’imposizione altrui, ma ci riguarda in prima persona perché quelle regole consentono a noi di vivere meglio. Questa è la legalità”. E ancora Emilia Noviello di Libera Avellino: “Il nostro orizzonte non deve essere solo la legalità, ma la giustizia sociale. Dobbiamo saper riconoscere i nostri maestri”.
“Spesso pensiamo che qui la camorra non ci sia – ha aggiunto la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio – però pure qui abbiamo i giovani che vanno a Scampia a rifornirsi sulle piazze di spaccio. Anche in Irpinia nel dopo terremoto hanno operato ditte colluse con la camorra. Qui sono venuti a trovare rifugio latitanti. Perciò tutti siamo chiamati al di là di queste giornate a fare la nostra parte”.
La mattinata, moderata da Alfredo Panetta del Forum dei Giovani, era iniziata con la riflessione del sindaco Yuri Gioino: “Il Forum ha voluto parlare di legalità in un momento storico drammatico dal punto di vista economico e sociale. Eppure è un momento dalle tante opportunità – ha dichiarato – Se nel 2017 ci sono ancora cittadini che si rivolgono al sindaco pensando che l’azione amministrativa sia dettata dalle amicizie e non dalle regole, il problema è di approccio e culturale, le cui responsabilità in questa regione sono note. Grazie all’esempio di giudici come Maresca il cambiamento è possibile”.
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