Diciamoci la verità, è difficile trovare argomenti nuovi a dodici giorni dal referendum. Nel merito la riforma è stata analizzata a fondo da entrambe le fazioni, anche in Irpinia. E allora un elemento di novità, o quantomeno di curiosità, è vedere il numero due del Partito democratico in un paese di mille abitanti come Senerchia. Un paese in cui il Pd non ha espresso nemmeno il sindaco e dove i manifesti dei due schieramenti campeggiano a testimonianza di uno scontro (raro) tra dem e centristi. Ma a Senerchia c’è un circolo attivo, come il Teresa Mattei, che dunque ospita il presidente nazionale Pd, Matteo Orfini.
Il tavolo viene allestito fuori dal circolo, sotto uno stand. Per il borgo della valle del Sele il colpo d’occhio è importante. C’è anche chi è venuto da Avellino. Poi la relazione di Orfini ricalca quella degli altri big giunti in provincia nelle ultime settimane. “Siamo stati additati addirittura come mafiosi come quelli che sostenevano Pinochet in Cile – esordisce Orfini riferendosi agli attacchi M5s -. Peccato che qualcuno non sapesse neanche che fosse in Cile“, ironizza ricordando la gaffe di Di Maio che collocò il dittatore in Venezuela. Poi si arriva rapidamente ai punti: “Una discussione vera ha preceduto la stesura della riforma. Migliaia di emendamenti approvati. Abbiamo voluto che la discussione fosse di popolo e non di palazzo. Da quando avevo 15 anni, dalla mia prima campagna elettorale come militante volevo superare il bicameralismo perfetto. Lo dicevano tutti del resto. Noi adesso abbiamo raccolto idee e scisso le funzioni di Camera e Senato. Il secondo – riflette – fu dovuto e pesi e contrappesi più spostati su contrappesi. Si creò un meccanisno volto a scongiurare il rischio dei comunisti al governo. Io non ero nato e quindi non posso giudicare, anche se probabilmente non mi sarebbe piaciuto. Ma oggi questo Senato è una cosa unica in Europa. Un qualcosa che rallenta e si riflette negativamente su cittadini e imprese. Da quando si progetta un provvedimento che offre un incentivo agli imprenditori passa anche un anno. Magari però l’impresa compete con altre imprese di altre nazioni. E all’estero le politiche di sostegno diventano operative dopo due mesi. Il risultato in Italia è perdita di competitività e quindi di lavoro“. Poi Orfini passerà in rassegna tutti gli altri aspetti del referendum.
Era stato preceduto dalla deputata Valentina Paris, responsabile enti locali del partito. “Ho seguito questa legge, magari pensavo si potesse fare diversamente. Ognuno di noi anche oggi avrebbe la sua carta e potrebbe sbandierarla come la migliore. Ma era difficile costruire maggioranze – dice a proposito dell’iter del testo – e il momento storico imponeva di produrre una riforma, soprattutto per contrastare il livello di disoccupazione in cui siamo. Riforme che servono soprattutto ai giovani“. E la Paris difende anche l’intero operato di Renzi. “Va sostenuto, ha fatto molto. Bisogna finire la legislatura per restituire una nuova prospettiva a giovani, un modo di agire“. Renzi resta con o senza sì? Vedremo, ormai manca poco al verdetto. Chi al netto del quesito tiene a evidenziare il sapore simbolico dell’incontro di Senerchia è il coordinatore del circolo, Claudio Mazzone. “Difficile fare politica qui. Siamo inoltre in un paese piccolo ma con circolo importante, che ha una storia. Da oggi parta una risposta. Parte proprio da questi luoghi. Il nostro partito esiste e lo dimostra il fatto che Orfini sia qui a Senerchia“. E intanto gli appuntamenti in zona continuano. Venerdì 25 novembre a Caposele altro incontro per il sì con il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e i sindaci di Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e Montemarano.