Un’assemblea per mantenere alta l’attenzione sull’iniziativa volta a rilanciare il centro storico di Mercogliano. Da qualche mese e fino al 30 novembre è possibile votare il borgo di Capocastello, la cui scheda è stata inserita nei Luoghi del Cuore del Fai. L’incontro proprio nel centro storico, nell’antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo, per permettere ai partecipanti di conoscere meglio il progetto e individuare insieme un’area alla quale destinare i soldi, se Capocastello dovesse rientrare tra i vincitori del censimento che il Fondo Ambiente Italiano organizza ogni due anni per far conoscere zone ancora sconosciute.
“Conoscere e far conoscere partendo dai giovani – ha detto Serena Giuditta, delegazione provinciale Fai -. Non è facile competere con altre realtà italiane, ma questo non ci deve spaventare perché ci sono step che si possono raggiungere al di là del bonus che si potrebbe ottenere dal Fai, con la conoscenza di un luogo che è un aspetto importante. È necessario fare una mappatura di questi territori e creare un interesse che non sia una tantum ma duri nel tempo”.
E due mani che fanno sono meglio di tante bocche che parlano, ha detto saggiamente qualcuno. In questo caso, forse, sarebbe meglio dire due occhi, che hanno visto la pubblicità del bando Fai e hanno pensato di dare questa opportunità a Capocastello. “A Mercogliano c’è un tessuto giovanile che ha voglia di fare – ha detto Giuseppe Salvio, il giovane mercoglianese che insieme all’associazione Sogni Ferrati e al gruppo di Tg Mercurio ha segnalato Capocastello al Fai -. Ciò che manca sono i luoghi di aggregazione. Ma le associazioni possono collaborare tra loro per far funzionare meglio le cose. I giovani lo possono fare, perché sono il futuro di questo paese”.
Una tavola rotonda nella chiesa Madre di Capocastello per avviare una discussione su ciò che il borgo rappresenta per la comunità, ma soprattutto su ciò che può, e forse viste le condizioni, necessita di diventare. A fare da sfondo all’evento, la mostra fotografica “Capocastello: ieri, oggi..domani?”. Perché il futuro del borgo continua ad essere un punto interrogativo. “Capocastello può giocarsela bene con le bellezze storiche e paesaggistiche”, ha dichiarato il professore Paolo Mascilli Migliorini, architetto del Polo museale della Campania, che ha descritto un po’ la storia non solo del borgo, ma di tutta l’Irpinia. Un passato importante c’è. Ma “del domani – come qualcun altro, sempre saggiamente, ha detto – non v’è certezza”. Non v’è certezza del futuro di un comune come Mercogliano che tutti ricordano come il salotto d’Irpinia, come l’ombelico della Campania, perché punto di collegamento tra le varie province. Di un paese che, come tutte le aree interne, vive in quel complesso e precario equilibrio tra ciò che può offrire e ciò che realmente è. Valorizzare, promuovere, fare rete. Termini, che si potrebbero anche definire promesse, sentiti e risentiti quando si organizzano incontri per parlare di turismo e territorio. Ma poi quando bisogna fare i conti con un centro storico abbandonato, che quest’anno come è noto non ha potuto ospitare il Festival Internazionale di Castellarte per problemi legati alla sicurezza, con un paese morente che non offre momenti di aggregazione per la comunità, c’è chi si gira dall’altra parte, c’è chi si lava le mani, e chi spera in un miracolo. E poi ci sono i giovani, i volontari delle associazioni, che sperano ancora in una rinascita. Che vogliono partire da confronti come questo, dalle idee di chi a Mercogliano ci vive e ci vuole rimanere. E lo vuole veder rinascere, partendo proprio dal passato e quindi dal borgo. Un incontro, quello di oggi, nato ancora una volta dal basso, perché il paese è di chi lo vive e lo considera il proprio luogo del cuore.
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