‘Mi fido degli irpini ma non della politica irpina’, Francesco Celli e il futuro

In prima linea contro il petrolio, a piedi lungo i binari dell’Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, organizzatore o protagonista di convegni e dibattiti. Francesco Celli è uno dei giovani irpini più impegnati sul territorio per la sua difesa e valorizzazione. E’ cresciuto in Alta Irpinia e ora vive ad Avellino. Con la sua associazione Info Irpinia (un sito web e migliaia di like su Facebook) presidia temi di stretta attualità, si pone in prima linea, coinvolge e fa opinione. Ma “non studio da sindaco”, precisa.

 

Francesco, qualche giorno fa nel centro storico del capoluogo c’erano dei Babbi Natale che ballavano sulle note de “Il capitano uncino”. Una scena affatto caratteristica o locale. Saremmo potuti essere nel centro storico di qualsiasi altro luogo o forse di nessun altro. Insomma, tutti parlano di valorizzazione del territorio; pochi la realizzano. Cosa crea il cortocircuito?
Effettivamente è un concetto sputtanato. Innanzitutto perché non si può valorizzare ciò che non si conosce e questo vale anche per un territorio. Per conoscerlo, non solo geograficamente, bisogna viverlo; studiarne tradizioni, cultura, problemi, storia. Solo dopo avere conosciuto veramente questa terra, diventi consapevole della sua reale vocazione e a quel punto puoi guardare al futuro in maniera propositiva, contribuendo a dare valore aggiunto alla sua ricchezza fatta di luoghi e persone. Il cortocircuito si sviluppa quando gli enti o le associazioni preposti alla valorizzazione del territorio non lo conoscono veramente e, in seconda battuta, quando entrano in gioco interessi particolari, economici, per cui la “valorizzazione” diventa una scusa per accalappiare fondi.

 

Una medaglietta da indossare…
Esatto. Esistono ad esempio diversi siti web, finanziati con fondi UE, che si occupano di questo ma collegare a essi un’attività concreta è un’impresa. Info Irpinia invece è presente sul territorio con diverse iniziative e su diversi temi. Lo facciamo autofinanziandoci perché nasciamo dalla rabbia per ciò che non ha funzionato e dall’amore per questi luoghi e le loro potenzialità.

 

A proposito di temi e iniziative, Info Irpinia è sempre sul pezzo quando si parla della tratta ferroviaria sospesa Avellino-Rocchetta. Di recente il dibattito ha avuto nuovo impulso. Mettiamo che domani mattina la ferrovia riapra, chi la prenderebbe? Siete sicuri che rappresenterebbe un servizio di trasporto efficiente?

Oltre a essere più sicura e meno inquinante, l’Avellino-Rocchetta può essere un servizio economicamente sostenibile se lo si integra con il trasporto su gomma. In territorio irpino abbiamo due fermate prossime ai centri abitati: la stazione di Lioni che è proprio in paese, e lo scalo di Ponteromito. I passeggeri potrebbero arrivare lì e trovare gli autobus per raggiungere i diversi comuni. Del resto questa ferrovia costava lo 0,22% del budget speso per mobilità in Campania quindi il risparmio generato dalla sospensione è veramente ridicolo. E poi si potrebbe pensare di istituire delle domeniche riservate ai turisti: il nostro è un percorso panoramico interessante che attraversa le terre delle Docg. In Norvegia lo si è già fatto e con successo.

 

La mobilità è anche uno dei servizi che il Progetto Pilota Alta Irpinia si propone di riorganizzare. E’ un argomento che ti appassiona?
Il Progetto Pilota è un’idea valida, una strategia valida che muove da un’ottima prospettiva: mettere in comune, fare rete, ragionare come area vasta e condividere la progettualità dei servizi. Certo tutti, a partire dalla stampa, dovremmo vigilare sul corretto uso dei fondi che verranno, ma le premesse sono ottime. Tornando alla mobilità è fondamentale investire su di essa. Ad Avellino stiamo portando avanti, senza risultato per adesso, una battaglia per far affiggere alle fermate degli autobus gli orari delle corse. Per incentivare l’uso dei mezzi pubblici devi partire da queste cose elementari. Intanto cresce l’inquinamento e l’amministrazione che fa? Ricorre alle targhe alterne.

 

Parlando di amministrazioni e amministratori, chi si distingue positivamente sul territorio irpino?
Premesso che per me non esiste nessuna politica più seria di quella territoriale e che questa è ben diversa da quella partitica, non ho problemi a fare nomi e dire che Michele Di Maio è sicuramente un sindaco che va sostenuto ed emulato. Sta portando avanti una battaglia importante contro lo scempio ambientale generato dall’eolico selvaggio. Una devastazione a vantaggio zero per i cittadini e di solo arricchimento per alcuni privati e la criminalità. Di Maio si sta opponendo a tutto questo perché non puoi valorizzare il territorio e allo stesso tempo distruggerlo. Ma penso anche a Carmine De Angelis, il sindaco di Chiusano San Domenico, che assieme alla giunta ha rinunciato al suo compenso e puntato tutto su trasparenza e accesso agli atti. Info Irpinia ad Avellino ha raccolto 400 firme per vedere il progetto di Piazza Libertà: a oggi ancora non ce lo hanno concesso! Il sindaco di Sant’Andrea di Conza, Pompeo D’Angola, ha invece dimostrato che si può difendere il proprio territorio dalle speculazioni: lo ha fatto opponendosi all’eolico entrando nel merito delle questioni e bloccando l’installazione di pale nel suo comune. Ecco, questi amministratori dovrebbero mettere in rete le loro esperienze positive.

 

E quando vedremo Francesco Celli impegnato in politica?
Non mi candiderò, non studio da sindaco. Però, certo, studio molto. Studio i documenti, mi informo. Lo faccio per amore della mia terra. Lo faccio perché mi fido poco della politica irpina e molto degli irpini. Per anni ci hanno dipinti come un popolo chiuso, incapace ad accogliere: era una baggianata, un modo per farci sentire non all’altezza, per perpetuare la teoria dell’uomo solo al comando. Invece deve passare il messaggio che nel sistema Irpinia tutti possono dare il proprio contributo in modo determinante, bisogna solo ritrovare la speranza. A Castel del Giudice in Molise hanno trCasformato stalle in albergo diffuso e una scuola chiusa in una casa di cura per anziani: hanno dato lavoro e creato un servizio partendo da una debolezza. Questa è valorizzazione del territorio, non tenere il vecchio “Moscati” di Avellino chiuso.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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