La Regione Campania rilancia sul piano rifiuti. Pronto un altro bando per i Comuni che vogliono “ospitare” un impianto di compostaggio. Dopo i siti già individuati, con qualcuno venuto meno anche in Irpinia, si va avanti con la previsione di impianti più piccoli di quelli esistenti. Dimensioni minori rispetto a quello di Salerno, nella foto. Ma anche dell’impianto previsto a Conza o di quello che già è presente a Teora. Insomma, mini-impianti.
Il tutto, si legge nel testo pubblicato ieri sul Burc, “per lo sviluppo e l’incentivazione del compostaggio di comunità per il trattamento della frazione organica dei rifiuti”. E inoltre con l’obiettivo più generale di incentivare la differenziata, bonificare e riqualificare siti compromessi dall’abbandono incontrollato di rifiuti e quelli utilizzati per lo stoccaggio di rifiuti;
“Il Piano Rifiuti, in sintonia con gli obblighi legislativi nazionali e comunitari, pone tra gli obiettivi il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, che include anche la frazione organica, ragione per la quale è necessario dotare la Regione della necessaria impiantistica per il trattamento delle frazioni raccolte. Il compostaggio di comunità – c’è scritto – riduce il conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili”.
Comuni singoli o associati possono chiedere la fornitura dei compostatori per la gestione diretta, oppure possono a loro volta individuare sul territorio di competenza, comunità organizzate e convenzionarle per la gestione dell’impianto e l’utilizzo consentito del compost prodotto.
Gli impianti
L’attività di compostaggio di “comunità” riguarda l’utilizzo di macchine di dimensioni ridotte, adatte al trattamento in loco di frazioni organiche prodotte da piccole comunità; tali macchine, si collocano tra il grande impianto e quello domestico (compostiera). In questi piccoli impianti il processo aerobico viene condotto e accelerato, rispetto alle compostiere domestiche, dal continuo apporto d’aria.
Per il dimensionamento degli impianti, è stata ipotizzata la fornitura di due diverse tipologie, in funzione della capacità di trattamento: T2 con una capacità di trattamento di 60t/anno T3 con una capacità di trattamento 130t/anno.
I criteri
Le apparecchiature dovranno essere localizzate in aree pubbliche o di libero accesso al pubblico se gestite direttamente dal Comune, o in aree nella disponibilità giuridica dell’organismo collettivo individuato e convenzionato dal Comune. Le aree individuate devono essere dotate di allaccio al sistema fognario e a quello elettrico, ubicate nelle immediate vicinanze o al massimo entro 1 chilometro di distanza dalle utenze conferenti. Gli impianti hanno piccole dimensioni che consentono la collocazione sia su spazi esterni che in piccoli alloggi prefabbricati.