“La provincia di Avellino convoca un consiglio tematico sulla questione Trasporti e la UIL ci sarà ancora una volta per rimarcare l’indispensabilità di non confondere la questione dell’offerta dei servizi, del lavoro, dei diritti dei cittadini e dei lavoratori con gli assetti aziendali”. E’ quanto scrive in una nota il Segretario Generale UIL Avellino Benevento Luigi Simeone che continua: “Per provare a dirla chiaramente se e quando si dovessero effettuare le gare, appare evidente che se sul lotto 2 previsto per i servizi delle province di Avellino e Benevento al posto di 36 società titolari di contratti di servizio (divise 16 per Avellino e 18 per Benevento, più 2 per i singoli comuni capoluogo) ci si dovesse trovare di fronte ad un unico gestore, come dire sarebbe meglio, perché in termini di divisione della spesa, diritti dei lavoratori e garanzia di efficienza e produzione dei servizi, sarebbe sicuramente più soddisfacentemente anche in termini di controlli sull’esercizio e sull’azienda”.
“Anche pensando ad una semplificazione gestionale da 36 ad 1 soggetto ad Avellino e Benevento – continua Simeone – cosi come in Campania si potrebbe passare da 135 a circa 10 contratti di servizio, restano però irrisolti i problemi di sperequazione del territorio totalmente disattesi dalla politica regionale, riferiti ad un scenario minimo (appunto definito zero) in cui si certificano i tagli insostenibili mai recuperati ed il corrispettivo €/km più basso di tutte le province altre campane (1, 88 per BN e 1,94 per AV ), che rischiano di aggravare una situazione già di per se critica”.
“In questo scenario visto che – aggiunge Michele Caso Segretario della UIL Trasporti – la gara non garantisce un offerta dei servizi convincente, al punto che la stessa Regione ipotizza anche uno scenario 1 con un offerta ottimale che richiederebbe un aumento di circa 3 Milioni di Km/BUS che però non finanzia sui servizi minimi, e tenuto conto che sui due territori operano circa 300 lavoratori per BN e 500 per Av appare evidente che il rischio di avere seri problemi di produzione ed di occupazione allo stato, indipendentemente dalle sorti di AIR potrebbero esserci tutti, non volendo immaginare che circa 1000 posti di lavoro tra diretti ed indiretti possono passare come una variabile indipendente dalle scelte che si stanno operando”.
“La questione quindi è politica o meglio dovrebbe esserlo, e compito appunto della politica regionale locale, difendere come gli altri le caratteristiche del territorio, provando a riequilibrare le cose per tempo, invece di offrire strane letture delle vicende dell’AIR”, chiarisce Simeone.
“Le modifiche dello Statuto dell’AIR pongono obiettivi anche strategici, che vogliono garantire il controllo pubblico della società, visto che è prevista solo una partecipazione maggioritaria in caso di definizione di un c.d.a., offrendo anche ad eventuali partner ruoli e funzioni gestionali, precedentemente riservati al socio pubblico. Del resto l’abrogazione della figura del Direttore Generale, è coerente con l’apertura al mercato dell’azienda come del servizio, mentre risulta invece di difficile comprensione in presenza di una scelta di “norma” prevista dalle modifiche statutarie, con la figura dell’ Amministratore Unico che a questo punto dovrebbe operare senza la Direzione Generale praticamente in solitudine. I prossimi mesi saranno determinanti non già per le sorti delle aziende, importanti ma non determinanti, quanto quelli del servizio e dei lavoratori di tutte le 36 aziende”, conclude la nota congiunta di Simeone e Caso.