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Montella, da Asa un dossier al Governo sui prefabbricati post-sisma

Continua la battaglia dell’associazione Asa di Montella sul fronte ambiente. In particolare resta sempre sotto i riflettori la questione dei prefabbricati post post-sisma. L’associazione ha inviato un dossier al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Campania, al Comando Forestale Regione Campania, all’Asl di Avellino e all’Arpac Direzione Generale e di Avellino.

Già nel gennaio scorso aveva denunciato alle autorità comunali e sanitarie “lo stato di totale abbandono e degrado delle ex aree prefabbricati Campo dei Preti e Schito nonché la presenza di rifiuti speciali e/o pericolosi (specialmente lana di roccia), disseminati su una superficie di 20.000 mq, chiedendo di intervenire immediatamente. Nonostante la denuncia dell’Asa, corredata da numerose fotografie, avesse suscitato preoccupazione e profonda indignazione nell’intera provincia, l’amministrazione Buonopane si dimostrava del tutto inerte”, si legge nella nota stampa di oggi.

L’Asl, sa sapere l’associazione, a seguito di un proprio sopralluogo eseguito aveva riscontrato lo stato di abbandono denunciato e la presenza di rifiuti, anche speciali, tra cui lana di vetro, pertanto, con propria nota del 28 gennaio 2022, prescriveva al “soggetto obbligato” (Comune di Montella) “…di provvedere alla classificazione, caratterizzazione, smaltimento e/o recupero dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi…”. E demandava all’Arpac di Avellino il compito di valutare il grado di inquinamento delle matrici ambientali. Per l’associazione dell’Alta Irpinia l’attività dell’agenzia sarebbe stata parziale e lo stesso sindaco di Montella esclude la presenza di rifiuti nocivi. Siamo a febbraio e nasce un duro scontro tra l’amministrazione comunale e l’associazione ambientalista, accusata di diffondere notizie “…del tutto imprecise, volutamente false ed allarmistiche…”, definendo la sua denuncia “…deliberatamente diffamatoria, non fondata su atti e fatti e, pertanto, inaccettabile.”

“Tuttavia, il modesto tentativo dell’amministrazione Buonopane di nascondere la polvere sotto il tappeto è fallito”, riferisce l’associazione che con numerosi e dettagliati servizi fotografici, parte dei quali realizzati proprio alla data del 9 febbraio 2022, smentiva sia il comunicato dell’amministrazione e sia la relazione dell’Arpac.

“Il mistero si infittisce quando, con (preoccupante) deliberazione del 14 febbraio 2022, il responsabile dell’UTC Salvatore Chiaradonna nel premettere che dalla demolizione dei prefabbricati avviata nell’autunno 2020 “…emersero significativi quantitativi di rifiuti di materiali isolanti composto da lana di roccia e… temporaneamente stoccati in apposito deposito in località Baruso perché venissero smaltiti separatamente rispetto alle altre tipologie di rifiuti”, impegnava  euro 27.511,00 per il trasporto e lo smaltimento di tali quantitativi di lana di roccia, stimati dal geometra Michele Gambone in 23 tonnellate. Allo stato, l’area Schito – tuttora abitata – seppur parzialmente ripulita dai rifiuti presenta notevoli quantità di residui della demolizione, strutture fatiscenti ricolme di immondizia e rifiuti speciali, tra cui eternit e in particolare ingenti quantitativi di lana di roccia esposta alle intemperie e lasciata a marcire sui tetti scoperti dei prefabbricati (cfr. doc. fotografica del 24 aprile 2022)”, spiega ancora l’Asa che nella parte finale del documento attacca nuovamente l’amministrazione Buonopane.

“Pur impegnando ingenti somme per disporre i lavori di sgombro dei prefabbricati leggeri nell’autunno del 2020, lasciando incompiute le opere di demolizione e rimozione dei residui derivanti, ha di fatto determinato le attuali condizioni di degrado e di pericolo poiché tali rifiuti speciali, esposti all’intemperie da circa un anno e mezzo, risultano oggi degradati e dispersi sull’intera superficie e non solo. Pertanto, atteso che la gestione e lo smaltimento dei rifiuti speciali sono attività di notevole rilevanza per l’impatto che comportano sull’ambiente, sulla salute e sicurezza non solo nei luoghi di lavoro – si legge nella nota  – l’Associazione Intercomunale per la Salvaguardia dell’Ambiente sollecita l’intervento del Ministro dell’Ambiente, della Regione Campania e della Prefettura di Avellino.

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