Montemarano d’autunno, durante il festival dell’Aglianico, è la tarantella, le viuzze di sassi del centro storico, le terrazze, la “maccaronara”. Dopo il festival dell’Aglianico restano le persone che lavorando con quell’Aglianico sono Montemarano sempre, oltre le stagioni e i colori d’autunno. Montemarano cuore d’Irpinia è una terra laboriosa e affascinante. Con le persone semplici, schive e orgogliose della loro terra. I loro volti, i loro occhi, i loro sguardi già rivelano le storie che si nascondono dentro le loro bottiglie di vino, la passione e la dedizione dietro ogni bicchiere. Volti di cantine giovani, giovanissime. Nate quasi tutte dopo il 2000 ma che affondano le radici in una tradizione agricola e familiare fortissima.
La signora Giuseppa Molettieri è la titolare dell’azienda Terre del Vescovo. “Che ho ereditato dalla mia famiglia insieme alla passione per il vino. Tutti i miei ricordi affondano nella storia di questa cantina fondata da papà Giovanni appena ragazzo, operativa da ormai più di 60 anni. Abbiamo avuto diversi riconoscimenti ma il vino migliore è quello che ancora dobbiamo fare”.
Carlo De Lisio è con il fratello Lucio a capo dell’omonima cantina. “Siamo figli di contadini, cresciuti in pratica nella terra e con il vino. Ma il desiderio che ho sempre avuto è diventato realtà: portare il nostro vino in giro per il mondo. I nostri genitori hanno sempre prodotto vino o uva, un pò come tanti dalle nostre parti. Lavoriamo solo l’Aglianico e portiamo all’esterno quattro etichette diverse”.
Sergio Boccella è invece il proprietario di cantina Boccella: “Ho una piccola azienda agricola situata in contrada Iampenne. La passione per il vino e per la terra? Mi è stata tramandata da mio nonno e la trovate racchiusa nelle mie bottiglie di Aglianico”
Adelina Molettieri ha la sua azienda in contrada Chianzano. “Prima vendevamo parte dell’uva e il resto veniva vinificato ad uso familiare. Poi dal 2007 abbiamo iniziato a commercializzare vino in bottiglia. Amo far conoscere alle persone il luogo dove coltivo le mie uve per far capire dove tutto nasce”.