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Nel borgo di Torrioni il medico non c’è, l’appello all’Asl del sindaco

Poco più di 500 abitanti, quasi tutti anziani. E una giovane sindaca, Annamaria Oliviero, preoccupata per la salute dei suoi concittadini. Accade a Torrioni, uno dei borghi più piccoli dalla provincia di Avellino. Nel tempo il paese è rimasto senza medico di famiglia e di recente è diventato anche impossibile andare a visita nella vicina Chianche. Una situazione che in piena emergenza sanitaria vede la fascia tricolore lanciare un appello all’Asl Avellino per porre rimedio quanto prima.

“Il medico di famiglia nella nostra comunità è una figura ormai legata ai ricordi del bel tempo passato. Per molti anni, alla carenza di un medico assegnato, si era rimediato con la presenza di due medici con secondo studio nel Comune di Torrioni. Nell’attualità il quadro è profondamento cambiato. Ed invero, uno dei medici, pur conservando un numero importante di assistiti, da circa 2 anni ha lasciato lo studio di Torrioni, dove faceva ricevimento 2 volte la settimana, e mantenuto fino ad aprile lo studio nel Comune di Chianche, comune a circa 4 km di distanza da Torrioni, che gli assistiti potevano raggiungere mediante il (sia pur carente) trasporto pubblico. Senonché dal mese corrente lo stesso, senza alcun preavviso, ha lasciato anche lo studio di Chianche per fare ricevimento unicamente in Altavilla Irpina, paese più distante e non raggiungibile da Torrioni con i mezzi pubblici”, denuncia Oliviero.

“Quanto all’altro medico, lo stesso, pur mantenendo lo studio sul territorio comunale, da diverso tempo, a causa di problemi di salute, non riesce a rispettare gli orari di ricevimento al pubblico. La nostra è una comunità composta per lo più da persone anziane, alcune delle quali malate e sole o comunque impossibilitate a spostarsi, essendo stato negli anni il trasporto pubblico ridotto al minimo. Il medico di famiglia nel nostro come in tanti piccoli centri è, pertanto, una figura importantissima: la sua assenza sul territorio comporta una lesione del diritto alla salute come diritto fondamentale dell’individuo costituzionalmente garantito. I cittadini si sentono abbandonati e spaventati. Come sindaco ho già interessato del problema l’Azienda Sanitaria Locale e sto provando a contattare direttamente dei medici operanti nei paesi della provincia, pregandoli letteralmente affinché vengano a prestare servizio sul territorio. Ma sono pronta ad andare oltre, pur di garantire il diritto alla salute dei miei cittadini. Quello che si legge è un vero e proprio grido di aiuto che spero non resti inascoltato”, conclude la prima cittadina.

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