Temperature di due gradi sopra la media, una primavera che è la seconda più calda dall’Ottocento e la terza più asciutta, con precipitazioni in calo del 52%. E’ un giugno caldo e da crisi idrica in tutta la penisola, con la provincia di Avellino, uno dei principali bacini imbriferi d’Europa, non immune. Rubinetti a secco per gli atavici limiti di una rete idrica che – è il caso di dirlo – fa acqua da tutte le parti, ma pure per l’accanimento del clima. L’allarme era stato lanciato già nei mesi scorsi dai vertici degli acquedotti che, a partire proprio dall’Irpinia, servono la Campania e le regioni limitrofe.
Così è emergenza nella Piana del Sele dove le circa 12mila aziende presenti tra zootecnia e agricoltura chiamano agli straordinari un fiume, il Sele, che va in affanno per gli eccessivi prelievi. “In Campania nel Cilento, nell’Alento e nella piana del Sele – denuncia la Coldiretti nazionale – ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, ma anche per la mozzarella di bufala perché la mancanza di acqua mette in crisi anche gli allevamenti e i caseifici”.
Utilizzo troppo intensivo della risorsa idrica e scarsa prevenzione. In tal senso l’ordinanza del Comune di Caposele (leggi qui), per quanto paradossale, appare sensata. Nel paese altirpino in passato l’acqua non si pagava: era il vantaggio derivante dai prelievi effettuati da Acquedotto pugliese dalle sorgenti della Sanità. I rubinetti restavano aperti anche intere giornate. Ma anche adesso i caposelesi hanno tariffe decisamente più vantaggiose rispetto ad altre realtà irpine. Fece scalpore nel 2014 l’installazione da parte del Comune dei contatori di telelettura, accanto a quelli già esistenti installati dalla società pugliese dopo la firma della convenzione del 7 luglio 2012. Al ristoro di oltre un milione di euro riconosciuto a Caposele dai pugliesi andavano infatti sottratti i consumi reali effettuati sul territorio comunale.
Consumi alti rispetto ai paesi limitrofi, dovuti soprattutto l’uso dell’acqua a scopo irriguo nelle tante e vaste campagne caposelesi. Non a caso, l’ordinanza contingenta l’utilizzo della risorsa idrica con particolare riferimento proprio alle contrade. Un tentativo di educare a non sprecare l’acqua, data scontata a quelle latitudini… clima permettendo.
Il sindaco Pasquale Farina ha chiarito i motivi che hanno portato il Comune a razionare l’acqua in alcune contrade e in determinate ore. “Nessuno scippo delle acque della Puglia. La verità è che a Caposele l’acqua viene sprecata da molti cittadini e dovevamo porre un freno a garanzia di tutti. A Caposele abbiamo tutta l’acqua che vogliamo e possiamo sempre utilizzarla. Ma in pratica i caposelesi hanno tariffe molto vantaggiose, quindi qualcuno ne approfitta oltremisura. Rubinetti lasciati aperti tutto il giorno in casa, per i giardini, nei campi. Questo non è normale. Se le cattive prassi continuano, porteremo il provvedimento fino a settembre come previsto“.