Basta anche solo un pomeriggio, se non si ha molto tempo libero da dedicarvi. Senerchia e Quaglietta distano pochi chilometri e qualche tornante. Natura, acqua, paesaggio, storia e architettura: le premesse per un mini tour che può riservare sorprese e regalare qualche ora di relax ci sono tutte.
All’Oasi WWF Valle della Caccia di Senerchia si arriva litigando con Google Maps e i cartelli stradali: i secondi costringono al passaggio nel centro abitato, scelta evidentemente strategica; il primo invece guida le auto su un altro percorso, attraverso i campi. Sotto lo sguardo muto delle rocce dei Monti Picentini che dominano l’alta valle del Sele, infine, si giunge alla meta. Ingresso controllato e consentito dopo il pagamento di un biglietto simbolico di 2,50 euro a persona. In una giornata di festa per entrare bisogna cedere il passo in più punti a chi, dopo aver risalito il sentiero per circa 800 metri fino alla cascata, ritorna indietro.
L’Oasi è tenuta in ottimo stato: non una carta lasciata a terra. Ponticelli e passerelle rendono più agevole il cammino tra i salti del torrente Acquabianca. L’acqua è fredda, limpidissima, in alcuni tratti la pendenza è nulla, dà vita a piccole piscine naturali; in altri punti la vegetazione è così fitta che il sole filtra a fatica tra gli alberi. Si incontra la Grotta del muschio, ma la regina assoluta del luogo è la cascata. Un altro sentiero, accanto a quello dell’Oasi della caccia, consente un interessante percorso trekking e speleologia fino alla “Grotta Profunnata“e a uno spettacolare belvedere.
Anche Quaglietta ha un profondo legame con l’acqua, ricchezza dell’intera valle del Sele. A dispetto di quanto erroneamente tramandato per lungo tempo, il nome della frazione (che ricade nel Comune di Calabritto) deriva da Aqua Lecta e non da quaglia. Abitato in alcune sue parti fino al terremoto dell’Ottanta, il borgo medievale si divide in due aree: il castello e l’albergo diffuso. “Ho io le chiavi – ci spiega Margherita Annarumma, una dei ragazzi che stanno svolgendo il servizio civile con la locale Proloco – Ci alterniamo in tre, teniamo aperto il borgo, accompagniamo i visitatori. In giornate festive arriva gente da Avellino e da Salerno”. Qualcuno ci arriva dopo aver preso contatti via web con l’associazione, altri (è il caso di chi scrive, ndr) senza avvisare e vengono intercettati sul momento dai volontari: non c’è un biglietto da pagare, ma si può sostenere la Proloco ad esempio acquistando un libro. Da quando è stato inaugurato lo scorso anno il borgo, dopo i lavori di restauro finanziati dalla Regione Campania con fondi europei, di Quaglietta si è ricominciato a parlare. Per anni percorrendo la Fondo valle Sele lo spuntone roccioso su cui sorge la piccola frazione altirpina si presentava ingabbiato da impalcature e gru. Oggi invece appare in tutta la sua bellezza sebbene siano necessari ulteriori lavori di restauro. “L’area del castello – spiega Margherita – è stata messa in sicurezza in più punti e si può salire fino in cima alla torretta per godere di una splendida veduta panoramica a 360 gradi sulla valle. Ci sarebbe bisogno però di ulteriori risorse per portare alla luce, ad esempio, le celle sotterranee o la cisterna e per rendere più fruibile ciò che è già stato recuperato”.
Il sisma del 1980 danneggiò la struttura in più punti, come la cappella dove venne giù la copertura (ora ricostruita) che proteggeva affreschi e mosaici di cui oggi sono visibili solo alcune tracce. “Per via di un tentativo di furto andò distrutto lo stemma in chiave su uno degli archi in pietra – aggiunge la guida della Proloco – Ora però ci sono telecamere di sicurezza a custodire il sito”. E ci sono progetti di valorizzazione, a partire dall’albergo diffuso, che ad agosto dovrebbe aprire i battenti e popolarsi di visitatori e turisti. Il Comune nei mesi scorsi aveva pubblicato un bando per l’affidamento della gestione (leggi qui). “Lo hanno vinto tre giovani del posto – spiega Margherita – Sono ragazzi in gamba. Ad agosto dovrebbero partire”.
Del progetto si parla in paese, c’è curiosità: il potenziale è evidente. Il borgo ha un suo fascino che viene da lontano nel tempo. Molto dipenderà dalla capacità di fare accoglienza, questo è certo: di intercettare i pellegrini diretti alla vicina Materdomini, i quali potrebbero poi fare tappa all’oasi e scegliere Quaglietta come base per esplorare l’alta valle del Sele con la possibilità di raggiungere facilmente il polo termale di Contursi da una parte e l’Alta Irpinia dall’altra.
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