La nebbia si dirada presto a Sant’Angelo dei Lombardi. In tempo per far vedere agli inviati delle testate giornalistiche e alle autorità le luci e i panorami, la nebbia che avvolge la valle dell’Ofanto e i Picentini che svettano su una specie di mare bianco. Per chi vive nel luogo simbolo del terremoto è invece un lunedì stranissimo. Tutti storditi da una giornata calda, dall’impossibilità di poter uscire liberamente, dalle celebrazioni in forma ristretta alle quali partecipano Istituzioni e Stampa.
Ogni 23 novembre è il 23 novembre. Quest’anno di più: è un 23 novembre più importante, è il quarantennale dal terremoto del 1980. Ma forse per alcuni di meno, c’è una pandemia ed emergono pure nuovi problemi oltre a quelli atavici.
Si piangono i morti, questo è doveroso. Lo fa la signora Erminia, vedova del capitano dei carabinieri Antonio Pecora morto nel sisma a Sant’Angelo alla celebrazione dell’Arma. Lo fanno i parenti dei nomi incisi sul monumento scoperto a Santa Maria delle Grazie, sul terreno del convento dove persero la vita le orfanelle. Gli inviati delle testate nazionali chiedono del Bar Corrado, qui la tragedia di chi vedeva la partita e fu travolto dal cemento. Ma alla fine quasi ogni angolo racconta di una tragedia. E molti angoli parlano di una rinascita.
Solo che la rinascita, che pure appariva evidente, si fermò pure molto tempo dopo una volta arrivata la crisi del 2008-2009. La strada che porta alla caserma dei carabinieri continuava infatti verso il tribunale che non c’è più, tagliato non dalle scosse dalla spending review. E sono scomparsi altri uffici e la popolazione è calata drasticamente anno dopo anno negli ultimi anni.
Poi il coronavirus, che colpisce grandi aree metropolitane e paesini sperduti. Quello non ha fatto distinzioni tra aree interne e costiere, tra città e campagna. Altro che covid free, l’Irpinia è stata colpita la prima volta con Ariano Irpino e la seconda volta indistintamente. E rinascere per una piccola attività sarà più complicato rispetto a una città, forse. Ciò che potrà fare la differenza sarà la ripartizione e soprattutto l’utilizzo dei fondi per la rinascita dopo il covid-19, l’ennesima rinascita per questa terra stesa costantemente a fine round che però si rialza al round successivo. Ma questa volta, almeno per adesso, non si capisce chi debba fare presto. E come, con quale guida, con quale idea, con che tipo di strategia. Sì perché ogni siamo tutti un po’ storditi dagli eventi, i vecchi e i nuovi. E subito dopo, anzi adesso, dovremmo ritrovare lucidità e determinazione per ricostruirci.