A un anno dalla morte di Agostino Della Gatta, attivista e imprenditore del turismo in Irpinia, i passi in avanti nel settore sono stati davvero pochi. Uno è significativo, il prolungamento della ferrovia Avellino-Rocchetta fino a Montemarano. L’altro, molto probabilmente più importante, è rappresentato dalla nascita del Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia. Buoni risultati per le sagre autunnali, vetrine che fanno storcere il naso a chi non si accorge che il problema è un negozio spesso vuoto. Per il resto si registra il blackout nella principale meta turistica provinciale, il Laceno con le sue seggiovie chiuse. Non abbiamo assistito a inaugurazioni di alberghi diffusi né letto di riconoscimenti per paesi e luoghi. Molti angoli versano in stato di abbandono, prendi la Mefite di Rocca San Felice. Al Sud le ultime bandiere arancioni del Touring Club sono state assegnate in Basilicata e Calabria. Nessuna località, al netto di eventi estivi ben finanziati dal Pubblico, si è distinta per buone pratiche oppure per capacità di innovazione. Parliamo di turismo, non di spettacoli. E in qualche realtà i flussi estivi sembrano addirittura in calo. Insomma, le consuete luci e ombre in un sostanziale stallo del settore. Potenziali elementi che fanno ben sperare, bilanciati in negativo da cancelli chiusi.
Ieri pomeriggio si sono incontrate al Circolo della Stampa persone che hanno avuto la fortuna di conoscere Agostino Della Gatta. Per lavoro, per passioni o per amicizia. Associazioni come InLocoMotivi e Info Irpinia (è stato premiato Francesco Celli), esponenti del Touring Club come Giovanni Pandolfo e Angelo Verderosa, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio. Con i familiari di Agostino, sindaci, operatori. Sembra strano, o forse no, ma Agostino Della Gatta riesce a tenere le persone unite in nome di un qualcosa da costruire. Lo ha sempre fatto del resto, e dunque ci riesce bene anche a un anno dalla sua morte. Si può partire dalla ferrovia e dal vino per creare l’Irpinia del turismo? Probabilmente no, ma si creerebbe un segmento importantissimo con visitatori consapevoli e curiosi.
E si può cominciare da un approccio nuovo, inevitabile. Nessuna battaglia di resistenza all’orizzonte, oppure volta al recupero di ciò che si è perso. Anche InLocoMotivi si rinnoverà. Lo ha spiegato Valentina Corvigno, architetto che con Pietro Mitrione, Agostino e altri è stata anima dell’impegno per il treno. Tutti sappiamo come il treno sia pur sempre un mezzo, come attorno al vino occorra edificare un sistema strutturato di accoglienza, attività e promozione. “Fare rete“, dice il cauto Pandolfo. Ma è un’espressione sentita 15 milioni di volte da queste parti. E allora ci piacerebbe sostituirla con “coinvolgere“. Come è avvenuto nel caso della ferrovia, dove l’associazionismo ha coinvolto la politica e viceversa. Ora è tempo di aprirsi agli imprenditori. Quelli che rischiano, che non attendono la risorsa pubblica per muovere mezzo passo, che lavorano con passione e competenza. Che a volte ci rimettono. Che scommettono, sognano e disegnano prospettive. Un po’ come Agostino Della Gatta. Bisogna scovarli e soprattutto coinvolgerli. Agostino, molto probabilmente, avrebbe ragionato così.