Arriva domani in Consiglio Regionale la questione petrolio. A voler essere precisi, più che il petrolio in senso stretto, l’assemblea discuterà sull’adesione o meno della Campania alla richiesta, già votata da otto Consiglio regionali, di referendum sullo Sblocca Italia e il decreto Sviluppo per limitare la possibilità di trivellazioni su terra e in mare finalizzate alla ricerca di idrocarburi.
La Campania, qualora la proposta ricevesse la maggioranza dei voti, potrebbe diventare la nona Regione italiana (per legge ne bastano anche solo 5 per richiedere il referendum) a presentare la richiesta. “E’ un fatto rilevante che la Campania decida di discuterne, di sicuro una cosa positiva di cui bisogna dare atto”, commenta Alfonso Pecoraro Scanio, tra i promotori del referendum. Domani l’ex ministro potrebbe essere tra i componenti della delegazione che consegnerà prima della seduta alla presidente Rosetta D’Amelio le firme raccolte per la petizione: “Salviamo mare e campagne dal petrolio: referendum #notriv”, lanciata a sostegno del Coordinamento Nazionale No Triv.
Il passaggio in Consiglio della proposta ad ogni modo non è esente da rischi. Al di là dei proclami registrati in campagna elettorale, domani saranno i numeri a parlare. Il SI, che sulla carta appare abbastanza scontato, potrebbe pure non arrivare come accaduto in Sicilia dove l’Ars ha votato contro la proposta del movimento No Triv. Al momento unica Regione, tra le 10 che avevano portato il referendum in assemblea, a decidere in questo modo.