Il treno è ripartito. Da Avellino a Rocchetta Sant’Antonio. 120 chilometri. Le stazioni erano piene e vive, a cominciare da quella di Avellino. Lungo i binari si sono fatti trovare pronti alcuni imprenditori del vino, molti sindaci, diverse associazioni e Proloco. Nei vagoni i posti tutti occupati. A Lioni mercatino della Coldiretti preso d’assalto. Poteva andare meglio? Pare di no, ma continuano le critiche all’infrastruttura e a chi l’ha messa in piedi. In questi giorni il Mattino si è occupato delle aree archeologiche della provincia, molte delle quali in condizioni vergognose. Una delle più suggestive è chiusa. È quella di Compsa, si trova proprio lungo la linea Avellino-Rocchetta. Solito walzer delle competenze e scandalo a cielo aperto.
Dunque la domanda. È giusto prendere a sassate verbali la locomotiva, continuare a lamentarsi dei soldi spesi quando ci siamo lamentati per anni dei soldi non spesi? È sensato demolire un impegno, quello per la ferrovia, mentre nei nostri comuni, a volte per responsabilità degli enti locali altre per un mancato raccordo con una Soprintendenza o altro, si dà prova di quanto ci sia ancora tantissimo da fare sul fronte turismo? La locomotiva è un mezzo di trasporto. Solo un mezzo. Che è costato abbastanza, verissimo. Che è in grado di portare benefici solo se noi stessi saremo in grado di creare un nostro piccolo grande sistema.
Continuare a sfottere i bimbi scemi del treno sembra un’assoluzione preventiva per un impegno che non tutti vogliono prendere: lavorare perché l’Irpinia non sia solo la culla dell’assistenzialismo, un dormitorio morente in attesa di un miracolo, illusione come nei sette piani di Buzzati. Con la ferrovia turistica le istituzioni ci mettono davanti a un compito difficile e stimolante, ed è operazione inedita, verso la costruzione di un’economia stabile basata di queste benedette eccellenze su sui si discetta da anni. Non siamo pronti? Probabile, ma intanto non si vedono alternative realistiche diverse dallo sfruttamento selvaggio del territorio: o ci sta bene quello sfruttamento?