Profughi a Sant’Angelo, Repole dice no: ‘C’è lo Sprar’

Una ventina di immigrati da ospitare in un’abitazione privata di Sant’Angelo di Lombardi. Si tratta profughi e non rifugiati e per la loro accoglienza la Prefettura di Avellino aveva richiesto nelle scorse settimane la disponibilità di privati cittadini, come già accaduto in diversi paesi della provincia, a ospitarli. Manifestazione di interesse evidentemente arrivata perché una comunicazione della Prefettura al Comune ha suscitato la pronta risposta del sindaco Rosanna Repole.

“In riscontro alla nota di codesta Prefettura del 5 ottobre u.s., trasmessa via Pec, si comunica che l’immobile individuato è carente di qualsiasi requisito essendo privo di agibilità, per cui questa amministrazione non ha dato alcuna autorizzazione o nullaosta, ad esprimere il totale e incondizionato disaccordo rispetto all’iniziativa. D’altra parte penso sia arrivato il momento di fare chiarezza una volta per tutte. Il Comune di Sant’Angelo è da anni impegnato sui temi dell’accoglieza, protagonista di un progetto SPRAR che ospita una cinquantina di rifugiati e che nei prossimi mesi vedrà un ulteriore ampliamento, connotandolo come un paese ospitale e solidale.

In linea con quanto stabilito dall’Intesa tra Governo, Regioni e Enti Locali sancita in Conferenza Unificata il 10 luglio 2014, ANCI ha chiesto e ottenuto dal Governo, che ha assunto su questo un impegno chiaro e inequivocabile, l’adozione di una clausola di salvaguardia che esclude che nei Comuni aderenti allo SPRAR siano attivate altre forme di accoglienza non concreta sui territori – scrive ancora il primo cittadino – Il Ministero dell’Interno ha inoltre garantito che verranno fornite specifiche linee di indirizzo a tutte le Prefetture d’Italia in ordine all’applicazione omogenea della clausola di salvaguardia, al fine di garantirne una corretta e graduale applicazione. Inoltre, con tutto il rispetto verso i gestori, correttezza imporrebbe che prima di attivare iniziative simili ci sia la necessità di consultare i Sindaci, soprattutto per quelle comunità impegnate da più anni sui temi dell’accoglienza e della solidarietà”.

 

 

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