E’ stato un Ciriaco De Mita agguerrito quello che giovedì pomeriggio, nel corso della prima assemblea del Progetto Pilota dopo la pausa estiva, ha aperto la lunga discussione dei sindaci sull’azienda forestale. “È evidente che le opere ricadono nel territorio di qualche Comune, ma quello che stiamo facendo riguarda tutti – ha ricordato ai colleghi amministratori – Aggregare i servizi significava far sparire i servizi. Questa era l’idea iniziale cui noi ci opponemmo. Ma nell’ultimo periodo è riemersa la municipalità. Io finché starò qua, sosterrò la posizione iniziale. Affrontiamo il problema con l’intelligenza della complessità. Distribuire le risorse in tutti i comuni significa non fare nulla”, ha ammonito i presenti.
“Questa esperienza – ha detto con soddisfazione – sarà oggetto di riflessione accademica. Abbiamo aggregato i comuni lasciando le popolazioni dove sono e allargando i servizi. Non ho mai fatto politica da solo a differenza di quello che si pensa. Questo è il luogo dove insieme discutiamo e decidiamo. Se vogliamo ragionare di maggioranze e minoranze, dobbiamo deciderlo quindi”, ha puntualizzato. Poi il presidente della Città dell’Alta Irpinia è passato all’attacco. “Il rallentamento della nostra azione è dovuto al fatto che senza disponibilità di risorse non si possono fare appalti”, è stata la sua freccia scoccata in direzione Palazzo Santa Lucia.
Nel mirino del sindaco di Nusco infatti c’è ora la Regione Campania. “Le aree pilota non dipendono dalle Regioni – ha detto con fermezza – Io mi ero illuso che le risorse (i 200 milioni del protocollo tra Città dell’Alta Irpinia e Regione Campania, ndr) fossero trasferimento diretto di risorse. Io avrei sollevato una questione istituzionale tra noi e la presidenza della Regione, ma ho preferito evitare. Mi pare che sia stata fatta, venendo qui a firmare l’Apq, una mossa per accreditarsi”. I fondi messi a disposizione del Progetto Pilota da Napoli sono in realtà subordinati alla risposta a bandi. In ballo del resto ci sono risorse europee che prevedono meccanismi di spesa stringenti.
“I criteri della Regione andrebbero mandati in tribunale – è stata la sua provocazione – Se a decidere è Napoli, facciamo cose diverse da quelle pensate. I nostri finanziamenti devono arrivare in base a quello che abbiamo deciso nella Strategia. I criteri della decisione regionale hanno obiettivi già precostituiti. L’area pilota è destinataria formale del bando, ma se non rispondiamo i fondi andranno a Salerno. E’ scritto, pubblico, lo contesto. Non possiamo accettare questa subordinazione all’idiozia“. Il riferimento è alla misura 16.7 del Psr Campania 2014-20 e a un bando da 200mila euro utile alla definizione di un partenariato pubblico-privato (un’ats) con all’interno anche le due Comunità Montane per la progettazione degli interventi relativi alle foreste: sfruttamento delle biomasse, produzione di CO2, realizzazione di percorsi per il turismo montano, alcune delle ipotesi in campo.