Luigi D’Angelis, sindaco di Cairano, consigliere provinciale Udc, da sempre amministratore vicino a Ciriaco De Mita. E’ uno dei rappresentanti del fronte dei cosiddetti lealisti all’interno del Progetto Pilota. Questa mattina era a Nusco con i colleghi dei 25 paesi della Città dell’Alta Irpinia e ha ascoltato le parole del presidente Vincenzo De Luca.
Partiamo dalla vera notizia: la Regione Campania mette a disposizione dell’area pilota 200 milioni di euro. Una cifra superiore rispetto alle previsioni e alle voci circolate in questi mesi. Il riconoscimento del lavoro svolto in questi due anni abbondanti dai sindaci altirpini?
Noi non ne abbiamo mai fatto un discorso di numeri, non abbiamo mai parlato di cifre. Avevamo la necessità di dare risposte ai cittadini che passassero per una chiara idea di territorio e credo che dalle parole ascoltate questa mattina tutto questo emerga. Come sindaci abbiamo sentito in questi due anni la responsabilità di una sperimentazione che farà da apripista al lavoro di altri ambiti territoriali. Non possiamo quindi non essere soddisfatti dell’annuncio del presidente De Luca: è il coronamento di un lavoro straordinario fatto da Ciriaco De Mita e da noi sindaci dell’area pilota che abbiamo saputo trovare condivisione e unanimità sugli obiettivi anche quando sono prevalse conflittualità al nostro interno.
La firma di questa mattina può contribuire ad archiviare le frizioni degli ultimi otto mesi?
Io credo che la conflittualità sia stata molto esasperata da dinamiche interne ai partiti, che le frizioni siano state causate da agenti esterni che hanno agitato qualche sindaco, ma senza mai riuscire a minare veramente il percorso. C’è stata finora condivisione di tutti dei passaggi fondamentali e le osservazioni mosse non sono mai entrate nel merito delle questioni, parlando piuttosto di forma. Sono state il capriccio di qualcuno, però credo la firma di questa mattina spiani la strada alle strategia e le divisioni vadano superate e archiviate.
Abbiamo avuto l’impressione che nei 200 milioni di De Luca ci fossero anche “cose” che vanno oltre il Progetto Pilota, come l’Avellino-Lioni-Rocchetta che almeno nel preliminare di strategia non era citata o la Lioni-Grottaminarda. In altri termini, questi 200 milioni sono destinati anche ad altro?
Non so se De Luca parlasse con riferimento agli impieghi di quella cifra o stesse facendo un ragionamento più generale. Condivido però la sua impostazione sistemica perché questo territorio e il Progetto Pilota devono necessariamente vivere in connessione con le aree limitrofe. Non può esserci turismo nell’area pilota senza infrastrutture adeguate e relazioni con il resto della regione. E quindi anche interventi che esulano dalla Strategia sono funzionali alla sua efficacia.
A proposito di turismo, se ne è parlato molto oggi. Lo ha fatto De Luca, ma pure De Mita che ha sottolineato la bravura dei sindaci nel cogliere l’opportunità, parallela al Progetto Pilota, del riconoscimento di distretto turistico. Si va quindi verso una rete dei beni e delle risorse turistiche dell’area?
Il discorso del distretto non si limita al turismo perché avremo anche il distretto culturale. Stiamo lavorando affinché tutte le risorse e il patrimonio artistico, culturale e antropologico siano messi in rete. In questo ragionamento rientra anche le vocazioni del territorio, l’artigianato artistico e il folkrore che diventano ulteriori elementi dell’offerta. Una volta aver messo tutto a sistema i privati potranno cogliere i benefici dei distretti e migliorare i servizi a disposizione di turisti e visitatori.
Il Laceno e Caposele sono stati i protagonisti della mattinata. La sua Cairano continuerà a giocare un ruolo centrale in questa nuova strategia?
Sicuramente Materdomini e Bagnoli Irpino hanno una forza di attrazione dei turisti che non ha pari, ma del loro traino può beneficiare tutto il territorio nel suo complesso. Abbiamo uno straordinario patrimonio ambientale da valorizzare.
La via indicata da De Mita è quella dell’azienda forestale, che a suo dire è ben più efficace delle manifestazioni di protesta. A cosa si riferiva il presidente, secondo lei?
Conoscendo il suo pensiero mi permetto di dire che si riferiva alle possibilità che l’azienda forestale può aprire sul piano dell’impiego degli operai forestali. De Mita è convinto che la loro funzione attuale non sia più utile al territorio e che vada ripensata. L’agenzia che nascerà invece, partendo da un patrimonio fatto di sei aree Sic e due laghi, oltre alla montagna, consentirà la tutela dell’ambiente e lavoro ai forestali.
Nessuna polemica contro i comitati ambientalisti quindi nelle sue parole?
Lo escludo.
Prossimo passo?
Entro un mese la firma dell’Accordo di programma quadro a Roma. Poi si aprirà una fase delicata sulle procedure per individuare i progetti e i luoghi in cui attuarli.
Un mese è un arco temporale brevissimo. E’ fiducioso sull’ok romano?
Qualcuno si è concesso licenze personali nel dare giudizi, ma non ci sono debolezze nel lavoro fatto fin qui.