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Progetto pilota: tra De Mita e i dissidenti serve una tregua

Il comunicato della Regione con i nuovi impegni sul progetto pilota altirpino sancisce la pace tra il governatore Vincenzo De Luca e il presidente Ciriaco De Mita. E questo è un fatto politico. Se poi questa pace dovesse tradursi in risultati concreti, e soprattutto a breve termine, l’Alta Irpinia arriverebbe finalmente al suo punto di svolta tanto auspicato. Anche questo è un fatto, o meglio potrebbe diventarlo. Al di là dello scetticismo imperante, ampiamente giustificato visto che il tavolo di Nusco mai si è distinto per trasparenza e partecipazione, sembra che qualche risultato sia davvero vicino e sarebbe da autolesionisti non sperare. Azienda forestale, impianti sciistici del Laceno, rete dei beni culturali, rappresentano quegli obiettivi in grado di portare linfa vitale in una zona a decrescita demografica abbastanza infelice, per parafrasare Latouche.

Qual è il punto? Il punto è che questo possibile traguardo si intreccia con la campagna elettorale per le regionali già entrata nel vivo. De Mita ha sindaci a lui ostili, sia interni che esterni. Dai petracchiani, Luigi D’Angelis in testa, alla Lega di Salvatore Vecchia. Quelli che continuano legittimamente a chiedere trasparenza, regole, procedure, anche con finalità politiche com’è naturale che sia. Quelli che non le chiedevano due anni fa, d’accordo, ma ormai è storia superata.

Sarebbe necessario uno slancio di umiltà adesso, da parte di tutti. Un punto di incontro. Bene la lotta politica, ma non a costo di ostacolare un processo di sviluppo. Bene De Mita che porta a casa i risultati, ma non si chiuda nel “faccio tutto io“. Anche perché i soldi che arriveranno avranno un senso solo se spesi bene e non a gonfiare le panze di chi è già ampiamente sazio, di coloro che andranno a occuparsi di progettazioni e restyling.

Probabilmente, ma questo dipende dalla tempistica dei fondi, la partita più bella che potrebbero giocare vecchi e nuovi dissidenti è quella sul concetto di “rete”. Fare in modo, e prendiamo i beni culturali come esempio, che si cominci subito a parlare di organizzazione futura. Di possibili ricadute per i giovani, di piani di gestione. Questa, lo ripetiamo, sarebbe una bella partita da giocare nello “stadio” di Nusco. Questa, non altre.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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