Più di 1500 persone, tanta curiosità, temperatura ottimale e uno scenario di grande suggestione per il battesimo dell’albergo diffuso Quaglietta, comune di Calabritto. Mercoledì sera l’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità, ma soprattutto di tanta gente comune che ha voluto stringersi attorno a Franco, Alessandro e Giacomo. Sono loro, tre giovani, i coraggiosi che hanno ingaggiato la sfida contro l’assuefazione al nulla che spesso segna i territori interni. Sono loro che proveranno a dare sostanza e continuità a un progetto, quello della gestione di uno degli alberghi diffusi più grandi della Campania, il secondo per nascita in provincia di Avellino, che arriva al culmine di anni di lavoro. Quattro finanziamenti regionali sono serviti in oltre un decennio per ridare vita al borgo quagliettano.
Franco Robertazzi è di San Gregorio Magno, nel salernitano. Famiglia di costruttori che hanno voluto fare rete con due ingegneri del posto. “Stasera inauguriamo – spiega – sedici unità immobiliari, il ristorante, un pub-pizzeria. Entro la fine dell’anno puntiamo a rendere operativi anche gli altri 24 alloggi, per i quali i lavori dovrebbero partire entro settembre”. A pieno regime l’albergo diffuso dovrebbe raggiungere una capienza di 200 posti letto. “Ci rivolgiamo soprattutto alle famiglie perché si può proprio vivere all’interno del borgo, in maniera indipendente. C’è una cucina con fuochi a induzione. Poi se si vuole si può usufruire del ristorante o degli altri servizi”.
Al momento il borgo medievale di Quaglietta conta dieci occupati, che se le cose dovessero andare bene sono destinati ad aumentare. Perché le cose vadano bene è necessario che l’albergo diventi punto di riferimento per i turisti interessati ad ampio raggio alle risorse della valle del Sele. Ma non solo. “Abbiamo avviato delle partnership che formalizzeremo nei prossimi giorni con l’oasi di Senerchia, Villa d’Ayala a Valva e le terme di Contursi – riferisce Alessandro Cuozzo, uno dei soci locali – Siamo in contatto con varie associazioni di trekking per promuovere il territorio, non soltanto di Calabritto che è ricco di sentieri e boschi, ma anche dei comuni limitrofi. E abbiamo aperto un dialogo con il borgo di Castelvetere, non siamo in concorrenza perché dobbiamo capire che il nostro obiettivo sono i turisti internazionali”.
Dopo il taglio del nastro e la performance di artisti di strada, la visita al borgo diventa occasione per risalire la collina di pietra fino al castello. E’ su di esso che ora restano puntati gli occhi di tutti. “Stiamo presentando un progetto per il completamento del recupero e restauro – commenta orgoglioso il sindaco di Calabritto Gelsomino Centanni – Terminato anche questo lavoro, avremo il borgo più grande e più bello in assoluto della regione”.