IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

Il presente e il futuro del giornalismo digitale sono stati al cento della due-giorni di Corato, Glocal Sud-Festival del giornalismo digitale, che si chiude oggi. Analisi, numeri, prospettive, linguaggi, rapporti con i social. Dai protagonisti italiani del settore ai player tradizionali, fino alla satira di Lercio. Corato, provincia di Bari. Qui definire “piccole” molte realtà è un po’ un paradosso. Cittadine di 50mila abitanti e oltre, a volte più grandi di un capoluogo di provincia. Ma il ruolo e i problemi sono gli stessi quando non si è grande città, che si stia in un piccolo borgo o in una cittadina appunto. C’è voglia di raccontare storie di territori piccoli ma con una grande identità culturale, si dice nel convegno di apertura.

ll festival è nato nel 2012 per festeggiare i 15anni di Varesenews.it, una delle prime testate online. E adesso è un festival unico del genere. Ora anche un ponte verso il Sud, un Sud fatto di grandi città e al tempo stesso di centinaia di realtà piccole o minuscole. Qui il giornalismo è ancor più necessario perché i grossi player dell’informazione dedicano comunque poco tempo e spazio alle piccole comunità, si è ricordato sempre nel primo incontro.

Ma raccontare il proprio territorio non può bastare oggi. E’ il punto di vista di Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia. “La dimensione locale ha grandi opportunità se si lavora in modo corretto. È il giornalismo della prossimità. Però oggi mi chiedo: chi è il mio prossimo? A Lampedusa chi è? Nel Salento chi è? È anche il mondo nuovo che sbarca sulla spiaggia e quindi bisognerebbe unire le due dimensioni, raccontare anche altro. Piccolo è bello ma non fermarsi al campanile“.

Poi decidiamo di approfondire con Losito sulla situazione pugliese e sui migranti. “Beh qui siamo un avamposto come è noto, una terra di frontiera, abbiamo sempre vissuto in prima linea il fenomeno delle migrazioni. Non solo prima accoglienza e sbarchi nel Salento. Ma sfruttamento e capolarato in Capitanata. Io ora non vorrei parlare del giornalismo pugliese o di come in generale certe vicende vengano semplificate o amplificate negativamente. Io penso semplicemente che i fenomeni legati alle migrazioni andrebbero raccontati di più e meglio, approfondendo le questioni e parlando anche del mondo che arriva sulle nostre coste come sostenevo nel convegno. Furio Colombo diceva che il vecchio mappamondo è caduto in mille pezzi. E non si può pensare di prendere i mille cocci e ricostruirlo come era prima. E allora è cambiato tutto, anche i ferri del mestiere di giornalista. Bisogna far capire anche sui giornali locali ciò che succede dall’altra parte del mare“. Un invito che accogliamo di buon grado.