In attesa del referendum sulle trivelle del 17 aprile, referendum dagli esiti difficilmente prevedibili dopo una campagna referendaria a due velocità, vi proponiamo l’esito del referendum del 201i in Irpinia. Quattro quesiti sui quali si andò al voto in due giorni, 12 e 13 giugno. Il quorum fu raggiunto su tutti: 54,8% e rotti di affluenza, con minime variazioni a seconda della domanda. Referendum abrogativi: due quesiti sull’acqua, uno sul nucleare, il quarto sul legittimo impedimento. La percentuale dei votanti in Irpinia fu di poco inferiore al dato nazionale, quindi del 54,1%. Comunque superiore alla media della Campania, dove si recò alla urne il 52,3% degli aventi diritto.
Qualche curiosità. I comuni con l’affluenza più bassa furono Cairano (39,3%), Quindici (37%) e Volturara Irpina (39,9%). In generale si nota come la zone che disertò le urne fu l’Alta Irpinia. Già, perché non si arrivò al 50 per cento nemmeno a Calabritto, Guardia Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, Torella dei Lombardi, Morra De Sanctis, Rocca San Felice, Montemarano, Senerchia.
Ad invadere le sezioni gli abitanti di Salza Irpina (65,6%), Cesinali (65%), Villamaina (64,2%), Pratola Serra (61,5), Candida (60,9%), Manocalzati (60,3%), Roccabascerana (60%).
Dal 2011 al 2016, come si comporterà l’Irpinia sulla questione petrolio? Il quesito non riguarda direttamente la nostra provincia, ma qui c’è un permesso di ricerca su una zona di 700 chilometri quadrati, che in buona parte va a toccare proprio le zone meno sensibili ai referendum del 2011 (comunque su temi ambientali). In quella occasione nemmeno a Taurasi e Sturno si raggiunse il 50%. Numeri, soltanto numeri. Ma i numeri avranno la loro importanza simbolica il 17 aprile.
Abbiamo tenuto in considerazione per la tabella l’affluenza sul primo quesito (acqua pubblica). Sostanzialmente per gli altri ci sono le stesse percentuali, con qualche minima variazione in pochi casi nell’ordine dello 0,1-0,3%.