Si voterà il 4 dicembre per il referendum costituzionale. La data è stata fissata dal Consiglio dei Ministri nel pomeriggio di lunedì. E quasi in contemporanea a Torella dei Lombardi dibattito voluto dal circolo locale PD per sostenere il sì. “A chi dice che ci sono questioni più pressanti rispondo che l’assetto costituzionale è materia di grande centralità in uno Stato moderno”, è stato l’esordio di Daniele Caronia, giovane esponente della società civile. A lui il compito di presentare la riforma in modo analitico: dall’introduzione del Senato delle Regioni alla semplificazione in materia di legislazione concorrente tra Stato e autonomie locali fino alla velocizzazione dei processi decisionali.
Bruno Gambardella (coordinatore di “Sì al cambiamento Irpinia”, uno dei comitati sorti in Irpinia), ha spiegato: “A giugno abbiamo capito che serviva un comitato di sinistra per il sì perché c’era un po’ di disorientamento in un segmento particolare dell’elettorato del PD e non solo. Con questo referendum si esalta lo spirito riformista del nostro partito e trovo molto democratica una riforma che esalta uno strumento quale il referendum molto presente nella mia formazione radicale”. Una delle novità introdotte dalla modifica alla Costituzione riguarda infatti l’abbassamento del quorum da raggiungere per i referendum abrogativi.
Della discussione l’ex sindaco Angelo Marciano e Ferdinando Squarciafico del comitato “Sì al cambiamento Alta Irpinia”, in sala anche il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri. A Stefano Farina il compito di rispondere a chi si oppone alla riforma perché elimina le Province: “Se devono restare nel limbo in cui sono preferisco si prenda una posizione chiara. Sul sociale non abbiamo più funzioni, ma riceviamo un trasferimento statale che non consente di pagare gli osa e il trasporto disabili. Io mi iscrivo tra chi sostiene il sì a pieno titolo e non tra chi lo racconta”.
Attivare i circoli e andare però oltre l’appartenenza partitica. Questo l’invito rivolto alla platea dalla presidente Rosetta D’Amelio. “Molti a sinistra non hanno letto cosa effettivamente dice la Riforma Boschi. Nell’esperienza ulivista, che metteva insieme due grandi culture politiche italiane, c’era il superamento del bicameralismo. Voto sì perché da dirigente PD dico che questo partito deve essere innovativo, moderno e riformista”.
In apertura c’era stato il saluto telegrafico del sindaco Udc Amado Delli Gatti, poi sedutosi in platea: “Spero che al di là dei ragionamenti ideologici questi appuntamenti servano a spiegare la riforma e mi fa piacere che il primo incontro in Alta Irpinia si faccia qui”.
Conclusioni affidate a Luigi Famiglietti: “La Costituzione si può e si deve cambiare. La riforma mette ordine sulle materie concorrenti: l’energia passerà tra le competenze statali e per quanto riguarda le grandi opere non si ripeteranno episodi come il ricorso della Regione Puglia contro lo Sblocca Italia. Una legge positiva perché ha fatto partire la Napoli-Bari, anche se qui viene ricordata solo per il petrolio”. Il deputato PD poi precisa: “Cambiano realmente solo 6 articoli su 139. Le Regioni torneranno a programmare e a gestire. Lo Stato interverrà individuando le aree vaste e i sindaci devono essere in grado di andare oltre i campanili. Se vogliamo tenere la gente qui dobbiamo garantire i servizi essenziali e i servizi non sono il turismo o l’azienda forestale”.
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