Con il sì convintamente perché consapevoli di “quanto sia importante il passaggio referendario in una prospettiva di efficienza e modernizzazione del Paese”. Giovanni Orefice e Giovanni Di Gennaro sono tra gli animatori del comitato “Sì al cambiamento Irpinia” nell’area del Vallo Lauro Baianese. Il primo è uno studente universitario 25enne di Sperone, neo amministratore comunale e prossimo alla laurea; Di Gennaro invece è poco più che trentenne, vive a Moschiano, laurea in giurisprudenza e impegno politico nei Giovani Democratici e nel PD.
Entrambi sostengono la riforma Boschi attraverso l’adesione al comitato presieduto dall’imprenditore Angelo Petitto e voteranno sì al referendum costituzionale. “Il nostro è un comitato “di sinistra” – spiegano – perché pensiamo che sia una cosa molto di sinistra contribuire al rinnovamento della democrazia italiana ed evitare che il nostro Paese dica addio alle riforme. Ma nelle ragioni del Sì ci sono anche le motivazioni per provare a ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni, tra istituzioni e paese reale. L’Italia, soprattutto quella meridionale, ha sofferto profondamente di istituzioni bloccate, dove troppo spesso si è considerata la decisione una minaccia, anziché una necessità per dare risposte ai bisogni nuovi delle persone, per spingere verso l’innovazione e il cambiamento del Paese. La nostra convinta adesione al comitato “Sì al cambiamento Irpinia” nasce dunque dalla consapevolezza di quanto sia importante questo passaggio referendario in una prospettiva di efficienza e modernizzazione. E’ assolutamente necessario raccogliere la sfida culturale e politica che ci viene dalla società che chiede stabilità e al tempo stesso innovazione e rinnovamento delle nostre istituzioni”.
Strutturato in cinque macro aree, il comitato vicino alla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, ha individuato nel Vallo Lauro-Baianese il territorio da cui partire con una serie di iniziative itineranti per informare e sostenere il SI. Il 17 settembre alle ore 17.00 nell’aula consiliare di Sperone, si terrà una manifestazione organizzata dal coordinamento provinciale del comitato. Con la D’Amelio interverranno il deputato Massimiliano Manfredi, l’europarlamentare Andrea Cozzolino, il consigliere regionale Enzo Alaia. “Siamo fieri del fatto che questi appuntamenti inizino proprio dal nostro territorio, spesso considerato marginale dalla politica irpina – commentano i due giovani – Qui nel Vallo ci siamo impegnati da subito con una proficua raccolta firme che ha dato risultati molto positivi soprattutto a Moschiano con Vittoria Bianchi, a Domicella con Angelo Manzi e Nica Vecchione, a Sperone con Maurizio Sorice, a Marzano di Nola con Salvatore Sepe. Tutti coordinatori locali di giovani e non, militanti del Pd o impegnati nell’associazionismo, che hanno iniziato il percorso che ci porterà al voto in autunno”.
Un voto sul quale inevitabilmente pesa il rischio di strumentalizzazione della consultazione popolare da parte degli oppositori del Governo e di Renzi. “Probabilmente il premier-segretario – ammettono Orefice e Di Gennaro – all’inizio ha commesso un errore tattico nel personalizzare la campagna. Il suo ragionamento era più che sensato: mi sono candidato per cambiare il Paese e quindi sull’esito della consultazione mi gioco il mio futuro politico, ma alcuni suoi avversari cercheranno di sfruttare l’occasione badando poco al merito delle questioni e agiranno solo per indebolire il Governo. Sarà un’occasione mancata per spiegare le loro ragioni – puntualizzano – è troppo facile cavalcare il malcontento e il disagio che in Italia esistono da parte di chi fa del populismo e del qualunquismo la propria cifra politica”.
E’ forte la consapevolezza di dover tener testa al fronte del NO lavorando sul terreno dell’informazione capillare dei cittadini, soprattutto tra i più giovani. “I giovani non chiedono altro che potersi accendere di entusiasmo e passione civile. Certo, devono essere coinvolti – concludono – Il tema è ostico però riguarda il futuro dell’Italia almeno per i prossimi decenni. Oggi pochi sono a conoscenza della riforma istituzionale, ma siamo certi che nei prossimi mesi, anche e soprattutto grazie alla mobilitazione sui territori, il quadro cambierà”.